venerdì 23 dicembre 2011

10000!

Oggi il blog del Dr SINema ha raggiunto i 10000 visitatori!!
Today DrSINema's blog reaches 10000 viewers!
GRAZIE A TUTTI!!
THANKS EVERYBODY!

venerdì 16 dicembre 2011

Per superare Natale indenni e sopravvivere alle festività!


Tra pochi giorni il vostro pianeta sarà invaso da quelle che comunemente gran parte di voi terricoli chiama festività natalizie. Le strade delle vostre città e le vetrine dei vostri negozi saranno già da settimane addobbate con luci e decorazioni di ogni genere, quasi tutte accomunate dal più sottile e strisciante cattivo gusto che la vostra specie può mettere in campo per questa annuale ricorrenza. Non vi nego che tutta questa atmosfera mista di kitsch, false cerimonie, calore di focolare, ipocriti scambi di doni, corsa all'organizzazione di pranzi pantagruelici, neve, lustrini, lucine colorate tutto sommato ha un suo proprio fascino, anche perchè, bene o male è un momento in cui ci si può fermare un po' ed avere il tempo per dedicarsi anche a cose meno "tradizionali". Guarda caso, in questo periodo di "sospensione della ragione" a livello planetario, il cinema "ufficiale" richiama a se maree di "inconsapevoli spettatori", orde di "analfabeti della pellicola" che affollano le sale per consumare metri di polietilene tereftalato impresso con le più becere commediacce e i più impresentabili action-kolossal-popcorn-love-idiot movies!! Ecco, approfittando di un tale momento di distrazione collettiva, voi terrestri illuminati potrete sicuramente chiudervi nelle vostre quiete cucce a tramare loschi percorsi nell'oscura storia del cinema carbonaro, magari accogliendo nel vostro covo una ristretta accolita di fratelli dell'esoterismo in 35mm. Per questo, mi sento in dovere di consigliarvi alcuni titoli da scovare e, crudelmente, assaporare in questi giorni di forzata "felicità" e "festa"... che il percorso abbia inizio:

John Carpenter - Dark Star, 1974
DARK STAR, di John Carpenter 1974. Ovvero, se Stanley Kubrick avesse fatto un flute di acido prima di girare 2001 A space odyssey. Primo film del maestro Carpenter: esilarante, straccione, irriverente, antimilitarista e, soprattutto, estremamente iconoclasta. Mai un film di fantascienza è stato così marcio e un equipaggio spaziale così volutamente sgangherato. Opera scritta a quattro mani con Dan O'Bannon, che recita anche nella ruolo del protagonista, suo lo zampino nelle sceneggiature di film come Alien, Heavy Metal, Il ritorno dei morti viventi (di cui firma anche la regia), Tuono Blu, Invaders ecc... Non è troppo facile da trovare, fu editato in VHS dalla Pulp Video, ma vi garantisco che il film vale la fatica della ricerca. Ottimo per la notte del 24... una bella stella(cometa) dark!!

martedì 13 dicembre 2011

Joe Spinell + William Lustig: couple in MANIAC(s)!!


Ci sono dei film che una volta visti lasciano dei sedimenti indelebili nella memoria. Non mi riferisco alle storie naturalmente, considerata la mia avversione al primato del plot nelle opere cinematografiche, ma sopratutto a dei particolari: un tono di colore, un'inquadratura, un brano della colonna sonora, la particolare atmosfera di alcune scene chiave... insomma, quei frammenti, quei dati di memoria che rimangono incastrati nelle pieghe dei vostri piccoli e contorti cervellini umani. Ognuno di voi avrà chiara la sensazione che sto cercando di descrivere, vero?! Maniac di William Lustig è una pellicola che ha avuto questo effetto anche su di me. In particolare, il film del regista nato nel Bronx, mi ha lasciato un senso di morbosità umida, untuosa, qualcosa che ti si appiccica addosso e ti mette a disagio con l'esterno, mescolato ad una chiara immagine di violenza: un uomo che salta sul cofano di una macchina e esplode un colpo di fucile in faccia al conducente... semplicemente sublime, terribilmente agghiacciante! L'incontro con Maniac avvenne durante i miei primi anni sul vostro pianeta. Ai tempi ero solito girovagare per le videoteche in cerca di VHS polverose lasciate a marcire sugli scaffali, con la precisa intenzione di scoprire in mezzo a tutta quella robaccia commerciale delle gemme preziose. Il criterio era chiaro: se esiste qualcosa di veramente interessante, sicuramente sarà negletto dal grande pubblico, ed allora il primo indizio di "luminescenza" dovrà essere la polvere sulla copertina, se poi c'è anche il numero di catalogo scolorito o meglio strappato, la scoperta è praticamente certa! Bene, durante una di queste mie ricerche venni in possesso di una copia di Maniac edito in Italia dalla Multivision: grafica di copertina essenziale, bel carattere per il titolo e poi un volto indimenticabile, quello di Joe Spinell, interprete principale e co-sceneggiatore. Ok, mi sembrò accettabile, anche se un po' recente e fuori dal mio territorio di caccia preferito (il film è del 1980), in compenso notai che era stato girato interamente a New York City... decisi dunque di noleggiarlo e vederlo. Inutile dire che fu amore immediato!

Joe Spinell, William Lustig and Caroline Munro filming Maniac

domenica 13 novembre 2011

11-12-2011: THE BEST MOVIE IN 17 YEARS...

Buongiorno miei cari,
che la pace vi accompagni
e che la festa faccia il resto!


Good morning my beloveds,
that the peace accompanies you
and that the festivity makes the rest!

Non vorrei sentirmi coinvolto più di tanto dalle vostre misere scaramucce terricole, specialmente in un momento in cui le tifoserie barbare sembrano prendere il sopravvento su tutto, però, in questa domenica raggiante di novembre, non posso fare a meno di segnalarvi il miglior film mai visto negli ultimi 17 anni su questo vostro pianeta depresso...


I would not feel of being involved more than a lot in poor earthlings skirmishes, especially in a moment in wich the barbarian supporters seem to take the windward on all, but, in this shining sunday of november, I cannot dispense myself from recommend you the best film ever seen in the last 17 years on your depressed planet...

Oggi queste immagini sostituiscono il sermone della domenica... gioite e vivete!!

Today these images replace the Sunday Sermon... 
enjoy and live!!


12-11-2011





martedì 8 novembre 2011

Dr SINema Live show II!

EBBENE MIEI CARI, 
ancora 2 temibili appuntamenti 
con le torbide presentazioni
del Dottor SINema in persona!!

Riuscirete a sopravvivere ancora??

lunedì 7 novembre 2011

INTERMISSION

My pretty little chid, have you seen Dr SINema around here?

Miei cari terrestri illuminati, il vostro terribile medico dell'oscuro in questo periodo è stato molto occupato su questa vostra terra. I risultati di questo impegno saranno a breve pubblicati, con dovizia di orribili particolari, ma nel frattempo non posso che scusarmi per la mia assenza su queste pagine!

Come sempre, però, non dimenticate... NON ABBIATE MAI PAURA, una volta intrapresa la strada del cinema carbonaro, il Dottor SINema camminerà sempre al vostro fianco, per contrastare gli agenti della Normalizzazione Massimalista Intellettual- Comunarda, che cercheranno sempre di insidiare i nostri più sensazionali incubi!

Intanto, votate per il nuovo sondaggio, che da questa settimana torna e consacrerà la pellicola che sarà l'oggetto del nuovo, crudelissimo, sermone domenicale!!!

I watch over you!

martedì 11 ottobre 2011

NIGHT OF THE BLOOD BEAST: Martin Varno VS Corman brothers


Roger Corman, oltre che essere il B-Movie cult director per antonomasia, deus ex machina della mitica American International Pictures (AIP) di James H. Nicholson e Samuel Z. Arkoff, è stato, insieme al fratello Gene anche titolare della casa di produzione Filmgroup, fondata nel 1959, specializzata in poverissimi double bill da Drive-In nel periodo d'oro del bianco e nero, tra gli anni '50 e '60. Non che le produzioni per la AIP fossero dei gran colossal, neanche quelle pluriosannate sul ciclo di Edgar Allan Poe, ma qui siamo di fronte ad un modus operandi che alcuni critici, forse con un pizzico di crudeltà eccessiva,  hanno associato al "raschiare il barile". In effetti, una pellicola come Night of the blood beast, diretta da Bernard L. Kowalsky non è decisamente imperdibile, ma a dire la verità non si merita nemmeno di essere considerato uno tra i peggiori film mai prodotti. Alla fine, per gli appassionati come noi, è assolutamente godibile ed ha pure un suo fascino. Intanto il plot non è assolutamente privo di interesse, ne si svolge in maniera troppo sconclusionata. L'interpretazione degli attori non è al di sotto degli standard del genere ed anche l'immancabile creatura aliena non è così male, anzi, credo proprio che per gli spettatori dell'epoca sia stata una visione decisamente orripilante e mostruosa, dunque perfettamente riuscita!

La creatura attacca Donna Bixby
Detto questo, dei film prodotti dalla Filmgroup di Roger e Gene Corman (ricordiamo Hot Car Girl, Beast from haunted cave - primo film di Monte Hellman, Attach of the giant leeches e The prematurial burial), Night of the blood beast nacque con le migliori intenzioni, pochi soldi e grandi incassi: budget totale $68,000, girato in sette giorni tra il  Charley Chaplin Studio, il Bronson Canyon e una stazione televisiva di Hollywood, il costume della creatura aliena fu riciclato e adattato dal set di Teenage Cavemen, finito di girare appena due settimane prima; la sceneggiatura fu affidata ad un giovanissimo scrittore, il ventunenne Martin Varno, che impiegò sei settimane per completarla. Nelle sue intenzioni, il film doveva trattare un tema simile a quello del capolavoro di Howard Hawks e Christian Niby, La cosa da un altro mondo. Il giovane sceneggiatore inoltre, intese sfruttare l'attualità della corsa allo spazio tra Stati Uniti e Unione Sovietica, per scrivere un film che mettesse in scena il primo volo orbitale intorno al pianeta e l'inevitabile incontro con l'essere alieno. Varno studiò e si documentò un bel po' sugli esperimenti di volo orbitale e sull'anatomia umana in una biblioteca su Vine Street ad Hollywood, con tutto l'entusiasmo del giovanotto al primo incarico "importante". Dall'altro lato della scrivania però c'era la vecchia volpe di Mr Corman, che assunse il piccoletto con un contratto di appena 200 $, ben al di sotto del minimo sindacale, sfruttando senza scrupoli la sua inesperienza ed il fatto che il giovanotto non fosse iscritto al Writers Guild of America, accreditò inoltre sui titoli del film suo fratello Gene come co-sceneggiatore. Il risultato fu che l'ingenuo Martin fu talmente deluso del trattamento ricevuto che, durante il montaggio definitivo del film, intentò causa alla Filmgroup per esser stato sotto-pagato ed un'altra a Gene Corman per essersi appropriato indebitamente di parte della sua sceneggiatura.

sabato 8 ottobre 2011

Dr SINema LIVE SHOW!!

Cari miei, 
i tempi sono ormai maturi per la 
discesa in terra 
del vostro terribile
medico del torbido!

Non prendete impegni e state pronti per la 
rivelazione definitiva!!

TUTTI AVVERTITI, TUTTI INVITATI!

venerdì 30 settembre 2011

Mistery Combo: The thirteenth guest + A shriek in the night

Repubblic Pictures - Hollywood
Quest'estate è lunga e noiosa. Uso il presente indicativo perchè, quest'estate lunga e noiosa, sembra non voler cedere il passo ad un autunno più fresco e soprattutto più scuro!! Bene, per sopperire ai pomeriggi torridi e illuminati, dal sole più che dalla luce interiore, mi sono procurato una bella quantità di libri di storia "sotterranea" del vostro cinema. Da un po' di tempo a questa parte mi sono appassionato alle vicende delle case di produzione e distribuzione indipendenti della Poverty Row di Hollywood. Beh, approfondendo la conoscenza delle produzioni di quell'origine, tutte grosso modo circoscritte ai decenni '30 e '40 del '900, ho trovato una miniera di pellicole preziosissime; piccole gemme di inestimabile valore. Studios indipendenti opposti alle grandi major, confinati a produzioni di serie B (ovvero il film piccolo che accompagna il leader nei "double feature") e a budget ridicoli, animati spesso dal solo interesse per facili riscontri di botteghino, ma capaci, nonostante tutto, di realizzare quei film che, unici, restituiscono il feeling di un'epoca ormai inesorabilmente tramontata. Lo so, rischio di diventare patetico quando ripenso a quegli anni e a come le cose sarebbero potute andare diversamente... d'altra parte, illuminarvi sui lati oscuri e negletti della vostra storia è la mia missione.

Monogram Pictures - Hollywood
Tornando a noi, anzi agli studios sulla Poverty Row, nomi come Repubblic Pictures, Monogram, Allied Pictures, Producers Releasing Corporation, per citare i più noti, sono marchi che hanno fondato un artigianato del cinema, segnando e indirizzando, più di quanto non si creda, l'immaginario di intere generazioni di spettatori, compreso quello dei produttori major - si pensi agli onnipresenti RKO e Universal, che, da questi veri e propri vivai, pescavano a piene mani talenti ed idee . Senza contare poi l'importanza che questi studios hanno avuto nella nascita e sviluppo delle serie, che dalla fine degli anni '30, cominciarono ad imporsi, salvando, in un certo modo, il destino di molti major studios dalla concorrenza devastante della tv negli anni '50, indicando una strada per convertire le produzioni. Il metodo produttivo tipico del B-movie si adattò perfettamente alle realizzazione per la tv: girare velocemente, attori alle prime armi, sceneggiature canovaccio pronte da adattare a generi diversi, con costi ridotti all'osso.

domenica 25 settembre 2011

CAT PEOPLE - Il bacio della pantera


Buongiorno miei cari,
che la pace vi carezzi, senza artigli!

Finalmente con questo sermone incontriamo uno dei cineasti di cui ho maggior stima. Il vincitore del sondaggio questa settimana è, infatti, Cat People - Il bacio della Pantera, film diretto nel 1942 da Jacques Tourneur. Molti di voi forse avranno sentito parlare del remake che di questa pellicola fece Paul Schrader nel 1983, con protagonista Nastassja Kinsky e colonna sonora di David Bowie e Giorgio Moroder. Bene, oggi invece parleremo dell'originale di quarant'anni precedente, e del suo autore… anzi acceneremo qualcosina sul suo autore, perchè credo proprio che il signor Tourneur sarà uno dei prossimi HBOTM. Dunque, da dove potrei cominciare? Forse dall'inizio? Jacques Tourneur nacque a Parigi nel 1904, figlio di un rinomato regista del muto, Maurice Tourneur.

Jacques Tourneur
Quando aveva 9 anni, Jacques volò in America con suo padre, che si spostò a Hollywood per intraprendere una carriera come autore di film sonori; carriera di tutto rispetto, quella di Maurice Tourneur, che lo rese molto rispettato tra i colleghi grazie al suo stile particolarmente riconoscibile per le scenografie complesse e le illuminazioni spettacolari.
Il piccolo Tourneur cominciò la sua carriera in un ufficio alla MGM, nel frattempo fece qualche particina e collaborò a qualche soggetto per i film del padre. Dopo esser tornato in Francia per un breve periodo, il primo incarico vero fu quello di regista della seconda unità per il film della MGM A Tale of two cities del 1935. In quell'occasione incontrò la persona che fu fondamentale per la sua carriera, il produttore Val Lewton. Nel 1936 cominciò a dirigere cortometraggi a soggetto per lo studio e di lì a poco avrebbe fatto il salto approdando alla sezione dei b-movie horror della RKO, di cui Lewton era il capo. La coppia Val Lewton & Jacques Tourneur è stata definita da alcuni i Lennon/McCartney del cinema e, se non fosse che non conosco così bene i Beatles, mi sentirei di sposare in toto questa definizione.

Val Lewton
La coppia, infatti, produrrà nel biennio 1942-43 tre capolavori assoluti dell'orrore classico, tre film che segneranno lo stile elegante e misterioso del cinema fantastico dello studio RKO, in quegli anni concorrente del più spettacolare, commerciale e longevo Universal (due marchi di cui abbiamo già parlato, ricordate?). Cat people, del 1942, I walked with a zombie, del 1943 e Leopard Man sempre del 1943 sono tre pellicole che, meglio di tutte le altre, descrivono il tocco alla Tourneur. Di queste tre, la più conosciuta è sicuramente, forse anche grazie al citato remake anni 80, Il bacio della pantera. Film sopseso, suggestivo e lirico, decisamente nero, più conosciuto per quello che cela che per quello che mostra, Il bacio della pantera è un esempio di quello che poi diventerà il thriller psicologico degli anni 50/60, condito con un elemento soprannaturale mai gratuito o volgare.

domenica 18 settembre 2011

SUNDAY SERMON: Caltiki, il mostro immortale

Buongiorno miei cari e buona domenica...
che la pace vi accompagni... fino alla fine del mondo!!

Eh, già, perché oggi parliamo di leggende Maya e fine del mondo, ma anche di radioattività, tesori nascosti, esseri unicellulari e grandi maestri! Sono molto felice che il vincitore di questo primo sondaggio della nuova stagione sia Caltiki, il mostro immortale, film del 1959 di Riccardo Freda. Questo film è un esempio abbastanza raro di horror-fantascientifico all'italiana e, guarda caso, annovera come direttore della fotografia Mario Bava, colui che pochi anni dopo ci regalerà Terrore nello spazio. In linea con una abitudine in auge a quei tempi, ovvero quella di riadattare-copiare i prodotti di successo made in usa (pensate anche alle canzonette), la squadra capitanata dall'austero Freda si cimenta con una versione rivista e "condita" di Blob e Quatermass Xperiment (infatti avevo messo in votazione anche il primo Quatermass... ne parlerò prima o poi, sono un grande fan del Prof. Quatermass e Val Guest). La ricetta base è quella del film con Steve McQueen e cioè l'esistenza di un terribile mostro informe in crescita incontrollabile che, naturalmente, distrugge tutto quello con cui viene a contatto. 
Riccardo Freda
Su questa idea base, i cuochi italiani (e tutti sanno che la cucina italiana è la migliore al mondo!) aggiungono una serie di ingredienti per costruire un piatto cha tanto assomiglia ad una zuppa... o meglio, ad una ribollita. Bene, si comincia con un po' di spezie per dare alla ricetta un che di esotico: spedizione antropologica in Messico per scoprire la ragione dell'estinzione dei Maya. La leggenda tramanda che il popolo centro-americano sia scomparso per la terribile catastrofe scatenata dall'ira della dea Caltiki, che,"…è unica, la sola dea immortale… e quando il suo sposo apparirà nel cielo, il potere di Caltiki distruggerà il mondo…". 

Mario Bava
Niente male, vero?! Dopo le spezie esotiche aggiungiamo un po' di ottima ciccia saporita, pancetta direi: la spedizione giunge nella terra dei Maya e scopre un tesoro nascosto. La scoperta costerà la vita ad un paio di esploratori e, ovviamente comincerà a irritare la cara e vecchia Caltiki, che mostrerà il suo potere struggendo un po di volti di malcapitati. L'effetto del volto devastato dal mostro è decisamente shockante, credo proprio di poter dire che c'è lo zampino di Mario Bava... ecco, una dose di proto-gore che i cugini anglosassoni negli anni '50 ancora si sognano.


lunedì 12 settembre 2011

E ora... DEMOCRAZIA! Votate e scegliete il vostro SUNDAY SERMON

Buongiorno miei cari,
da oggi, il vostro medico malvagio preferito torna a proporvi il sondaggio settimanale "Il più temuto", per scegliere il film che sarà "Incubo della settimana" e argomento del SUNDAY SERMON. Mi raccomando, le istruzioni ve le ho già date, per chi volesse fare un ripassino veloce vada qui, ricordatevi che c'è in ballo un QUORUM e dunque... VOTATE, VOTATE, VOTATE!! DEMOCRACY NOW!!


A proposito di Democracy Now... mi sono appropriato di questo bello slogan non proprio a caso! Andate a dare un'occhiatina qui, non può che farvi bene... e come sapete, io ho a cuore (aperto) il vostro bene!!

mercoledì 7 settembre 2011

LIGHTNING OVER RAY... the man called Nick! NICK'S MOVIE - Nicholas Ray blogathon

This is the Dr SINema's entry for Nicholas Ray Blog-A-thon. For international readers: below you'll find a translation of it. Hope everybody get my "english". Enjoy!
Gioventù bruciata, Johnny Guitar, Il re dei re... sfido voi terricoli a confessare chi non ha mai sentito parlare o visto, almeno una volta, uno di questi film? Scommetto che nessuno di voi può fare una confessione del genere. Ebbene, tutte queste pellicole hanno, almeno, due cose in comune: sono, tutte e tre, entrate nell'immaginario collettivo planetario e sono, tutte e tre, dirette da un solo uomo, Nicholas Ray. Nicholas Ray è uno di quei nomi che, nell'universo cinematografico, insieme a pochissimi altri (penso a Orson Welles, Stanley Kubrick, Werner Herzog, Sam Fuller o Sam Peckinpah), suscita rispetto, riverenza, suggestione, un pizzico di mistero e ambiguità, tanto da poter essere tranquillamente definito un "culto". Il culto di Nicholas Ray è ampiamente riconosciuto e vivo tra i suoi colleghi, americani ed europei. Regista nato architetto - ha studiato alla scuola di architettura "learn by doing" di Frank Loyd Wright a Taliesin - Nick Ray è stato uno di quei director che ha lavorato all'interno del sistema dei generi del cinema classico americano e che ne ha destrutturato dall'interno i meccanismi, uno dei primi a potersi fregiare del titolo di auter, come si dice all'europea. Anticipatore della politica degli autori, dunque, e al tempo stesso gallina dalle uova d'oro dell'industria hollywoodiana, Nick Ray ha frequentato tutti i generi, dal noir (La donna del bandito - 1948 I bassifondi di San Francisco - 1949), al western (Jhonny Guitar - 1954), al film di guerra (I diavoli alati - 1951), al dramma (Gioventù bruciata - 1953) con uno stile sempre riconoscibile e, rispetto alle regole dei generi, perturbante.  Probabilmente gli studi di architettura hanno influenzato la sua particolare attenzione all'aspetto formale della costruzione asciutta delle sue inquadrature e la tendenza ad interpretare il cinema come un linguaggio visuale, più che un racconto per immagini, e qui sta la sua dirompente modernità, insieme all'interesse, alla simpatia direi, per  i bad guys, personaggi isolati, balordi, outsider accerchiati dalla retta comunità, anticipando i grandi temi borghesi-rivoluzionari-esistenziali del cinema delle nouvelles vague degli anni '60.

James Dean and Nicholas Ray - Rebel without a cause 1953
La mia personale esperienza con i film di Nicholas Ray è assolutamente canonica, ovvero ho cominciato, per caso, dalla visione del suo film più noto e, forse, più controverso: Gioventù bruciata. Non ricordo quando ho visto per la prima volta l'ultimo film di James Dean, sicuramente da bambino in TV un pomeriggio d'estate, ma ricordo benissimo di averlo rivisto, in tutto lo splendore del Cinemascope, al cinema, pochi anni fa, durante una retrospettiva dedicata a Ray dal Film Forum di New York; di quel giorno ricordo anche la lunga fila di persone che, insieme a me, sfidava il caldo opprimente dell'agosto di Manhattan, in attesa di entrare sul marciapiede di fronte all'ingresso del Film Forum! Nella stessa rassegna ebbi anche la fortuna di vedere Il Temerario (The Lusty men, del 1952 con Robert Mitchum) e La vera storia di Jesse il bandito (The true story of Jesse James, 1957)... Johnny Guitar invece, dopo averne respirato il mito per anni, l'ho visto per la prima volta al cinema, in italiano, un pomeriggio di qualche anno fa, anzi potrei pure dire, in un'altra incarnazione di questa mia vita terrestre!! Ma la mia prima esperienza "matura" con Nick Ray è stata durante gli studi universitari, quando, preparando un esame di video"fucking"arte, mi imbattei in un film straordinario, nel senso di assolutamente fuori dell'ordinario, unico per la sua estrema particolarità: Lightning over water - Nick's movie di Nicholas Ray e Wim Wenders... uno shock meraviglioso!! Ecco, in omaggio a Nicholas Ray e a quello shock giovanile, vorrei regalare alla blogathon il mio ricordo dell'ultimo film di Nick: un film che è insieme un documentario, un testamento, un commiato, un atto d'amore e un'ode all'eternità dell'arte!

giovedì 1 settembre 2011

NICHOLAS RAY BLOG-A-THON at Cinema Viewfinder

Mi dispiace di essermi accorto di questa Blogathon un po' in ritardo, comunque Nick Ray è assolutamente un terrestre degno di omaggio e dunque... partecipate!!
by Tony Dayoub


I'd like to invite anyone and everyone to participate in my third annual Labor Day blogathon, running September 5 - 8. In years past many contributors have made this annual tradition a resounding success, first in 2009 when we celebrated the work of Brian De Palma and last year when we praised David Cronenberg. This year's featured director, Nicholas Ray, would have celebrated his centennial today. First recognized by the auteurists who launched the French New Wave, Ray's body of work is one of the most influential in all of cinema.

In previous Blogathons, I've asked for permission to publish new articles here. But after being overwhelmed with submissions last year, I've decided to do things a little differently. In the interest of running things a little more smoothly, I'll post any links to new or previously published posts on Ray. Send your contributions here, please. I am happy to accept entries from anyone.

Of course, I don't have e-mails for every film writer or blogger. So I'm asking for aid in getting the word out. Even if you choose not to submit a piece, I request that you please help me promote this event at your own respective sites or on Twitter and Facebook.

At top and below are JPEGs to help you market this. If you post one of these JPEGs or contribute a new piece to the Blogathon, please link either of them to this post.

I hope all of you participate in some way.

mercoledì 31 agosto 2011

BERNARD VORHAUS: HBOTM august 2011

BERNARD VORHAUS, avant-garde caress
Tha Amazing Mr X aka The Spiritualist, Bernard Vorhaus 1948
L'incontro con il regista Bernard Vorhaus è stato fortuito e folgorante, una specie di "scoperta del tesoro nascosto". Beh, ripensandoci adesso e considerata a posteriori l'importanza del personaggio, non credo che il mio incontro con lui sia stato poi così fortuito. Come ricorderete, di lui abbiamo già parlato nella recensione di un piccolo film inglese, una delle prime interpretazioni di una giovanissima Ida Lupino e, come ricorderete, promisi di approfondire la conoscenza di questo regista, dallo stile originalissimo e coraggioso. Bene, siccome sul mio pianeta le promesse, una volta fatte, cerchiamo sempre di mantenerle, eccomi qua: ho scavato mezzo mondo per trovare materiali, mi sono preparato, ho studiato, ho visionato gran parte dei suoi film (quelli rintracciabili sulla vostra terra almeno) e adesso sono pronto per raccontarvi di questo signore che, non tradendo le aspettative, si è rivelato essere degno di diventare il prossimo HBOTM!!

Dalla quarta di copertina della sua autobiografia - che sarà la principale fonte delle notizie che vi racconterò di seguito - "Saved from oblivion", pubblicata nella Filmakers Series dalla Scarecrow Press Inc. , leggo che "Bernard Vorhaus entra nell'industria cinematografica come sceneggiatore per Harry Cohn alla Columbia nel 1925 e nel 1930 diventa regista di "quota quickies" (poi vi dirò cosa sono, ndr) in Inghilterra. Là dirige tredici film, notevoli per stile, tecnica di ripresa e attento utilizzo delle ristrettissime risorse (leggi soldi, ndr!). "I film stessi chiedono a voce alta di ricevere attenzione e riconoscimento" scriverà un critico di Sight and Sound. Nel 1938, Vorhaus ritorna in america, con un contratto per la Republic Pictures (uno dei maggiori studios della Poverty Row, ndr) per la quale dirigerà altri dieci titoli. Le stelle per queste produzioni americane saranno Bobby Bren, Jean Hesholt (nel ruolo del Dr. Christian), John Wayne e Vera Ruba. La carriera cinemtaografica di Vorhaus sarà stroncata all'inizio degli anni '50 quando entrerà nella blacklist a causa del suo coinvolgimento con la Anti-Nazi League, la League of American Writers e altre associazioni di sinistra." Beh, che vi dicevo?! Credo fermamente che Mr Vorhaus meriti di essere salvato dall'oblio!! Durante la sua carriera ha avuto la lungimiranza di scoprire talenti come Ida Lupino, Geraldine Fitzgerald, Anne Jackson e Margareth Rutherford, di lavorare con un giovanissimo John Waine, ha avuto il merito di portare il grande fotografo-operatore John Alton alla Republic Pictures e di aver fatto lavorare per primo, come montatore, il regista premio Oscar David Lean, oltre che aver lavorato come documentarista e regista di film di propaganda per l'esercito durante la WWII, dove incontrerà un giovane Ronald Reagan a cui affiderà una parte nel training film "Recognition of the Japanese Zero Fighter" (mi viene il dubbio che sia sua anche la regia di The Fight for the Sky con il commento fuori campo di Ronnie, ma è solo una sensazione, perchè non ho trovato riscontri). Detto questo, prima di iniziare a raccontarvi un po' della sua vita, mi piace mostrarvi una cosa, che ho trovato scavando alla ricerca di sue notizie... guardate un po' come lo ha ricordato (almeno qualcuno se n'è ricordato...) il Corriere della Sera dando la notizia della sua morte nel 2000??!
Corriere della Sera 5 dicembre 2000*

Magari nella sua autobiografia ha evitato, comprensibilmente, di ricordare il fatto di essere stato "l'autore dei film di Reagan", comunque a me non risulta... mah?!! Magie della stampa italiana!!!

giovedì 18 agosto 2011

CREATURE WITH THE ATOM BRAIN: I told you I'd come back!!

Buongiorno miei cari, dopo un po' di distrazioni estive a cui ho dovuto cedere per non espormi troppo e rischiare di rivelare ad ignari terricoli la mia vera origine, sono tornato per raccontarvi di una gustosa gemma che mi sono ri-goduto sotto l'ombrellone (letteralmente, credetemi!).
Il film in questione è Creature with the atom brain: trattasi di un eccellente B-movie prodotto dal geniale Sam Katzman per la Columbia Pictures e diretto da uno dei miei eroi di sempre, Edward L. Cahn. Due parole per questi personaggi sono d'obbligo: Sam Katzman nasce a New York nel 1901 e raggiunge la mecca del cinema nel 1914 a soli 13 anni, come garzone. Impara tutte le fasi della produzione cinematografica e velocemente comincia a scrivere e produrre i suoi film per alcune case indipendenti, il primo sarà His private secretary, con John Wayne, fino ad arrivare alla Monogram alla fine degli anni '30. Qui si occuperà di serie sul tema della delinquenza giovanile, creando la squadra degli East side kids, che, dopo i primi melo' a carattere sociologico, evolveranno nella più famosa gang comica in esilaranti commedie che vedranno ospitare addirittura, in un film della serie, un vecchio mostro sacro come Bela Lugosi. Nel 1945 approda alla Columbia Pictures come produttore di serials. Una delle sue caratteristiche era quella di captare le nuove tendenze pop-olari e, girando con la velocità tipica dei low budgeter, riuscire ad uscire con il film quando la moda era ancora in auge, garantendosi così grossi risultati ai botteghini. Sono di questo genere i film sul rock'n'roll (Rock around the clock e Don't knock the rock) oppure su altre tendenze musicali come Cha-cha-cha boom o Calypso heat wave. Per non dilungarmi troppo e passare alla nostra creatura atomica, vi dico soltanto un'altra cosa: Sam Katzman ha prodotto nel 1948 una serie su Superman, nel '49 Batman e Robin e lo stesso anno, con protagonista il Tarzan campione olimpico Johnny Weissmuller, Jungle Jim… ecco, tanto per rendere l'idea!
Di Edward L. Cahn cosa posso dire? Qua e là lo abbiamo già incontrato e ogni volta non posso nascondere la mia stima per questo regista. Intanto è l'autore del bellissimo e innovativo Invisible Invaders, del mitico Zombies of Mora Tau (che sto ancora cercando disperatamente in una buona versione… se qualcuno può darmi una dritta…) ma anche del "famosissimo" Invasion of the saucer men… insomma, un grande artigiano che aveva uno spiccato interesse per il mix dei generi fantascienza e horror, intuendo, con una ventina d'anni di anticipo, il filone che avrebbe portato i morti viventi e gli Alien alla fama mondiale… grazie Edward!
Non contento di mischiare la science fiction con l'horror, in Creature with the atom brain, Edward L. Cahn, in combutta con Sam Katzman e lo sceneggiatore Curt Siodmak (Menschen am Sontag con Edgar Ulmer e Billy Wilder, Donovan's brain, The wolfman e ancora I walked with a zombie e Earth vs. flying saucers), aggiunge un plot da crime story! Capirete voi, il risultato è intrigante e imprevedibile!! Dunque, cerchiamo di fare un po' d'ordine: abbiamo il tipico villain che, esiliato nella vecchia patria (l'Italia!!) incontra uno scienziato nazista (non proprio alieni cattivi e comunisti, ma un criminale italiano e un pazzo nazista… forse anche peggio dunque!!). L'incontro è perfetto: il gangster mette i soldi e lo scienziato la scienza!

martedì 2 agosto 2011

THE BIGAMIST, 1953: Ida Lupino blog-a-thon

Welcome to Dr SINema's contribution to The Ida Lupino Blog-A-thon. For international readers: you can find a translation of this post below. Hope everybody gets my "english". Lights out!!

Con immenso piacere mi accingo a scrivere di questo film, per due, anzi, tre buone ragioni. Uno, perchè sono felice di contribuire alla blog-a-ton dedicata a Ida Lupino, come avrei potuto rinunciarvi d'altronde, essendo la signora Lupino uno degli esseri umani che preferisco in assoluto, tanto da essere stato il primo HBOTM di questo blog?! Due, perchè mi consente di parlarvi di un'uscita in DVD molto importante e che sicuramente passerà inosservata, ovvero l'unica regia di miss Lupino pubblicata in Italia fino ad ora; non aggiungo nessun commento, solo un grande chapeau e supporto ai coraggiosi della solita Enjoy Movies!!! Tre, perchè ho avuto l'occasione di rivedere, approfondire e pienamente apprezzare uno dei film più intensi della "diva, pioniera e cineasta", The Bigamistincomprensibilmente uscito in Italia col titolo La grande nebbia!!!
Detto questo cominciamo un po' ad osservare questo strano oggetto: siamo nel 1953, da circa quattro anni Ida Lupino e l'ex marito e sceneggiatore Collier Young hanno fondato la loro casa di produzione indipendente Emerald Productions, dal 1950 ribattezzata The Filmakers; all'epoca Ida Lupino ha già all'attivo cinque regie, tra cui Outrage e The Hitch-hiker, ha divorziato da Young l'anno prima, nel 1952 e lui, nel frattempo, si è risposato con l'attrice Joan Fontaine; prima ed unica volta in cui Ida Lupino dirige se stessa e ultimo film come regista per The Filmakers.

Joan Fontaine - Eve, The Bigamist - 1953
Contravvenendo ad una delle mie regole auree, in questo caso dovrò raccontarvi un po' della trama del film… ma sarò molto breve ed essenziale: Eve (Joan Fontaine) e Harry Graham (Edmond O'Brien) sono sposati da otto anni e vivono a San Francisco, entrambi lavorano nell'azienda produttrice di frigoriferi per cui lui fa il commesso viaggiatore e lei un ottima venditrice. Lei non può avere figli e il business è il suo unico scopo e talento, finchè non prende la decisione di adottarne uno. Lui accetta anche se, al momento della firma dell'atto di adozione, non riesce a nascondere la sua reticenza. Durante l'indagine di rito per concedere l'adozione, l'assistente sociale Mr Jordan scopre che Harry conduce una doppia vita a Los Angeles, città in cui si reca spesso per lavoro. Qui ha un'altra moglie, la cameriera di ristorante cinese Phyllis (Ida Lupino), conosciuta durante una gita sull'autobus del tour delle case dei divi del cinema e che, dopo una sola notte d'amore, le ha dato un figlio. Inesorabilmente colpevole, Harry racconta tutta la sua storia al signor Jones in un lungo flashback che si concluderà con l'ammissione della colpa e la conseguente incriminazione per bigamia. In tribunale, davanti al giudice, Harry ribadirà la sua colpevolezza, ma, invece che chiudersi con la sua inevitabile e prevedibile condanna, il film lascia il finale aperto.
The bigamist è insieme un noir atipico ed un melodramma borghese dai toni dark. Quasi tutta la critica che ho avuto modo di leggere per scrivere questo pezzo è concorde nel ritenere il film un equilibrato mix dei due generi, noir e melò appunto; per definirlo invece vorrei citare un'analisi che mi ha entusiasmato e convinto molto di più: in accordo con la critica losangelina Carrie Rickey, mi sento di dire che The bigamist è un noir a la Lupino, ovvero un noir dove tutti i personaggi hanno vite ordinarie in attesa del Sig. Giustizia (Mr. Right) e che le vicissitudini li porteranno tragicamente a scoprire che il Sig. Giustizia non esiste, in un mondo gretto, dove la durezza e la tristezza della sopravvivenza si accompagna ad un'altrettanto grande disincanto ed una cruda consapevolezza.

domenica 31 luglio 2011

THE CRAWLING EYE: eye for an eyelien!

Buongiorno miei cari
che la pace abbia un occhio di riguardo
e vi risparmi di perdere la testa!

Ad essere sinceri questa settimana il quorum non sarebbe stato raggiunto, e dunque non dovrei seguire le indicazioni del popolo per sermoneggiare. Siccome il film che, alla chiusura del sondaggio, è risultato il più votato è anche quello che avrei preferito vincesse (che strano?!), gli dedicherò comunque il sermone. The Crawling Eye, pellicola targata 1958, anno di uscita in Inghilterra. Conosciuto anche come The Trollemberg terror, TCE è tratto da un soggetto di Peter Key che era già stato utilizzato per un saturday serial per la TV inglese ITV e che il buon Jimmy Sangster, glorioso artefice della mitica Hammer Film, ha tradotto in sceneggiatura per questo film. Scusate ma questa settimana il sermone sarà abbastanza sbrigativo perchè la PP mi impone di trasportare il mio involucro terrestre altrove per una festa giapponese... e sapete che alla PP non si comanda. 

Anne... she feels the evil! The crawling eye, 1958
Dunque, velocemente, The Crawling Eye è un classico horror sci-fi garantito! Prodotto in UK invece che in USA ha dei tratti distintivi del nascente gusto orrorifico tutto britannico (Amicus e Hammer appunto), ma per il resto gli ingredienti ci sono tutti... e quando dico tutti intendo tutti insieme! Due sorelline in viaggio dirette in Italia, entrambe carine e una delle due per di più sensitiva, il super-professore scienziato, l'investigatore navigato dal grilletto facile, un laboratorio-osservatorio tecnologicamente all'avanguardia, montagne isolate nella provincia svizzera... e cosa volete trovare in un luogo come questo?! Ma naturalmente un mostro alieno mutante radioattivo che, nascosto all'interno di un banco di nebbia-nuvolone super-sospetto si diverte a decapitare gli escursionisti che si avventurano sul monte Trollemberg, possedendo le menti di altri malcapitati per indurli ad uccidere chiunque cerchi di impedirgli di giocare, il tutto di fronte ai rilevatori ultra-sofisticati dell'osservatorio e del professorone Giacobbo-like!!

Ecco, immaginatevi voi il resto. Non me la sento di farvi vedere il mostro perchè è un capolavoro e dovete aspettare con pazienza tutta la prima ora del film prima di poterlo vedere, anche se, molto generosamente, gli autori ci regalano il risultato di un suo giochetto dopo solo poche decine di minuti dai titoli di testa, mostrandoci un bel cadavere decapitato. Questo è un bel gesto, molto inglese!  
Molti i rimandi che questa pellicola accende nella mia mente, come ad esempio l'ambientazione fredda e innevata delle Alpi svizzere fa venire in mente il Polo Nord de La Cosa da un altro mondo, ma sopratutto la nebbia-nuvola che porta la morte sicuramente avrà dato un input importante a John Carpenter per il suo The Fog, il quale, d'altronde, ha dichiarato apertamente di essersi ispirato a The Trollemberg terror per il suo film.

Giacobbo-like prof on the left and tough journalist-investigator on the right
Non voglio rovinarvi più di tanto la visione di questa chicca, ma una cosa devo dirvela. Di tutti gli showdown dei film di fantascienza del periodo questo è quello più militante in assoluto... e perchè??! Chiederete voi incuriositi?... perchè i mostri delle rocce atomiche vengono sconfitti (o meglio ammorbiditi, perchè il colpo di grazia lo darà un superjet bombardiere con tanto di evoluzioni acrobatiche sui poliponi alieni!) dal gruppo di superstiti asserragliati dentro al bunker osservatorio con delle bombe molotov!!!! Grandioso!!!
Detto questo scappo verso il sol levante e vi raccomando di cercare una copia di questo esempio di contaminazione orrorifica del classico alien-invasion (ora che ci ripenso anche i vari Quatermass potrebbero andare a braccetto con questa pellicola, insomma, il british touch si sente eccome!), editato da poco anche in italiano... un po' di montagna innevata con questo caldo non può che farvi bene!!!

The Trollemberg with the strangest cloud ever seen!

giovedì 28 luglio 2011

MA BARKER'S KILLER BROOD: underworld is not for greenhorns!

Dopo essermi rivisto Bonnie & Clyde con Warren Beatty e Faye Dunaway (mamma mia com'era bella in quel film, col basco di lana a la parisienne!!), mi è venuta una voglia incontrollabile di rivedere anche un altro piccolo  film che vidi parecchio tempo fa. Come Bonnie & Clyde, anch'esso trae il suo soggetto dalle gesta di una gang leggendaria della public enemies era nell'america sconvolta dai postumi della Grande Depressione del 1929.

Bonnie Parker - Faye Dunaway Bonnie & Clyde, Arthur Penn 1967
I film sono un po' come la musica, quando metti su un disco che era un bel po' di tempo che non ascoltavi, subito la mente parte, i ricordi si ricompongono come in un puzzle e ti ritrovi, dopo tre ore, ancora lì a suonare un brano dopo l'altro con una pila di copertine vuote per terra da rimettere a posto con calma il giorno dopo!
Ma torniamo ai gangsters. La leggenda in questione è quella della famiglia Barker, di mamma Kate Barker per essere precisi. Dall'inizio degli anni '30 la cronaca racconta delle gesta di un gruppo di gangster senza scrupoli, i quattro figli di Kate Barker, Arthur "Doc", Herman, Loyd e Freddie, più Alvin "Creepy" Karpis, meglio conosciuti come la banda Barker-Karpis. Sono gli anni post-Grande Depressione e il midwest degli Stati Uniti è letteralmente strapazzato dalle scorribande dei numerosi public enemies, di cui ricordiamo ancora oggi i pittoreschi nomi e nomignoli: Al Capone, John Dillinger, Pretty Boy Floyd, Machine Gun Kelly, Baby Face Nelson e Bonnie & Clyde appunto. La peculiarità del clan Barker-Karpis sarà quella di creare una centrale del crimine dedita al bank robbery prima e ai sequestri poi, da cui passeranno e con la quale collaboreranno più o meno tutti questi "bravi ragazzi". Il ruolo di Kate "Ma" Barker nella gang non è mai stato chiarito. Di sicuro c'è che venne uccisa durante una sparatoria in uno dei covi della banda in Florida, insieme al figlio più piccolo, il prediletto Freddie. La cosa scosse molto l'opinione pubblica puritana americana, che non accettò il fatto che l'FBI avesse ucciso un'anziana, caritatevole e devota signora, la cui unica colpa era quella di essere la madre premurosa di un fuorilegge. Pare che il direttore dell'FBI J. Edgar Hoover in persona abbia inventato il mito della Bloody Mama, per salvare la credibilità dell'operazione e dell'FBI stessa, impegnata in una furiosa lotta da wild west contro la malavita gangster, ricamando attorno a Kate Barker il personaggio leggendario della capo banda senza scrupoli che aveva educato fin da piccoli i figli a rubare in chiesa e fatto uccidere il marito "smidollato". Mito tramandato ai posteri e così ben rappresentato al cinema dall'exploitation film, di Roger Corman, Bloody Mama del 1970. 

domenica 24 luglio 2011

Mario Bava at his best: TERRORE NELLO SPAZIO

Buongiorno miei cari,
che la pace sia con voi...
e voi tenetela stretta per la mano
perchè questa settimana la portiamo...
 nello spazio profondo!

Come ormai avrete capito, a me piace andare a pescare nel torbido e scoprire quelle pellicole che la maggior parte di voi terricoli ignora o comunque reputa poco degne di attenzione. Questo sermone, per volontà popolare, sarà dedicato ad un grande maestro italiano che la maggior parte di voi reputa un negletto della storia del cinema; in realtà devo dire che, per i miei gusti, Mario Bava è una superstar della critica "alternativa", studiato, omaggiato, restaurato, rassegnato ecc... Allora perchè dedicare un sermone a Mario Bava? Intanto perchè lo avete scelto voi tra gli incubi proposti questa settimana e poi perchè il film scelto, Terrore nello spazio, è uno dei film che preferisco della filmografia di Mario Bava, insieme a La ragazza che sapeva troppo, Ercole al centro della terra, Diabolik e Cani arrabbiati, ed è uno di quei film del maestro sanremese che spesso vengono dimenticati, o comunque non osannati e citati come altri (La maschera del demonio, I tre volti della paura o Reazione a catena ad esempio).

MARIO BAVA behind the camera
Terrore nello spazio è l'unico film di fantascienza "pura" di Mario Bava, nonostante lui fosse un grandissimo appassionato di questo genere. A dimostrazione di questa passione per la fantascienza mi piace far notare che Terrore nello spazio è sì l'unico film ascrivibile in toto al genere, ma Bava ha sempre flirtato coll'estetica sci-fi, come direttore della fotografia per altri registi (La morte viene dallo spazio, di Paolo Heusch, Caltiki il mostro immortale di Riccardo Freda), da regista facendo film di fantascienza "mascherati", che tra l'altro sono quelli che preferisco di tutta la sua carriera, come Diabolik, ma anche Ercole al centro della terra, e, sopratutto, con il suo famosissimo uso spregiudicato della fotografia artefatta e sempre innaturale (mi vengono in mente Operazione paura e La frusta e il corpo). Di tutti i generi che scimmiottavano quelli americani, la sci-fi in Italia non ha mai preso piede, nonostante il pionieristico esperimento di Paolo Heusch La morte viene dallo spazio e la serie dei film sci-fi di Antonio Margheriti (che io adoro!!!), non è mai nata una spaghetti-fantascienza.  Il soggetto del film (di cui vi dirò il meno possibile!) è tratto da un racconto di Renato Pestriniero "Una notte di 21 ore", pubblicato nel 1960 nel numero 3 di INTERPLANET: ANTOLOGIA DI FANTASCIENZA.

Stylish space suits from Terrore nello spazio, Mario Bava 1965

giovedì 21 luglio 2011

JOHN AGAR, una faccia d'altri tempi!

John Agar - RKO promotional shot 1949
In attesa del sermone di domenica e in attesa di riuscire a trovare una copia della sua biografia il cui acquisto non sia privilegio esclusivo di UK customers, mi va di parlarvi un po' di un grande volto del cinema che fu, John Agar. Garanzia di qualità psichotronica, la faccia di John Agar, per i fortunati spettatori dell'epoca, ha rappresentato per una ventina d'anni il cinema action, dai film di guerra, ai western fino ai classici sci-fi degli anni '50 e ai monster-movie. Sergente dell'esercito americano durante la seconda guerra mondiale, Agar raggiunse la notorietà sposando la "fidanzatina d'America", l'allora diciassettenne Shirley Temple. Subito gli furono offerti ruoli a Hollywood e realizzò il suo primo film nel 1948 con John Ford, il mitico Fort Apache! Lo stacanovismo è stato il tratto distintivo della sua carriera, tanto che ha interpretato i ruoli più diversi, passando con disinvoltura dalle produzioni major come quelle per John Ford, ai classici da drive-in come La vendetta del mostro, Tarantula fino ai più spericolati exploitation come quelli diretti da Edward L. Cahn (maestro indiscusso!!).

Sergent Agar and his wife Shirley Temple
Inutile dire che per il vostro dannato dottore del malefico John Agar è un eroe, uno di quei volti che immediatamente fanno B-movie e dunque divertimento. Come non ricordarlo in The brain from planet Arous, piuttosto che in Assalto dallo spazio contro l'invasione degli impiegati viventi, altra chicca firmata Cahn, oppure il fidanzato più sfigato del mondo ne la Figlia del Dr. Jeckyll di Edgar G. Ulmer, l'impavido scienziato che sconfina nel Tempio degli uomini talpa. John Agar, nel corso di una carriera consumatasi in un paio di decenni, ha lavorato con tutti i cult-directors del periodo: i già citati Edward L. Cahn e Edgar g. Ulmer, ma anche Nathan Juran (A 30 milioni di chilometri dalla terra, Attack of the 50 foot woamna, Tha brain from planet Arous), Bert I. Gordon (I giganti invadono la terra, La vendetta del ragno nero, Attack of the puppet people), Christian Niby (La cosa da un altro mondo), Jack Arnold e Roger Corman. Andato in crisi il mercato dei drive-in movies, Agar intraprenderà un nuovo corso e parteciperà a diverse serie televisive, tra cui alcune arrivate anche nel vostro depresso paese come Perry Mason, Tre nipoti e un maggiordomo (chi non si ricorda quegli odiosi mocciosi con i capelli rossi e le lentiggini??!!! AAAAHHHHH... che odio!!!), Sulle strade della California, Ai confini della realtà...
Revenge of the creature,  Jack Arnold 1955
Il buon Clive Barker nel 1990 lo ha voluto nel suo Cabal, che anche se non è un film ben riuscito, almeno non come lo è il fumetto da cui è tratto, è pur sempre un bell'horror sociologico-freak godibilissimo.
John Agar ha abbandonato il suo involucro terrestre il 7 aprile del 2002, dopo aver trascorso in compagnia di voi terrestri ben 81 primavere.

The mole people, Virgin W. Vogel 1956
Insomma, visto che anche questo fine settimana sembra che il sole ci dia un po' di tregua, vi consiglio di assumere almeno un paio di volte al giorno una bella pellicola interpretata da questa faccia d'altri tempi... passate questo week end in compagnia di John Agar!
Beware John,  look how it stares at that axe with sordid lust! Can you dig it?!
The brain from planet Arous, Nathan H. Juran 1957