martedì 13 dicembre 2011

Joe Spinell + William Lustig: couple in MANIAC(s)!!


Ci sono dei film che una volta visti lasciano dei sedimenti indelebili nella memoria. Non mi riferisco alle storie naturalmente, considerata la mia avversione al primato del plot nelle opere cinematografiche, ma sopratutto a dei particolari: un tono di colore, un'inquadratura, un brano della colonna sonora, la particolare atmosfera di alcune scene chiave... insomma, quei frammenti, quei dati di memoria che rimangono incastrati nelle pieghe dei vostri piccoli e contorti cervellini umani. Ognuno di voi avrà chiara la sensazione che sto cercando di descrivere, vero?! Maniac di William Lustig è una pellicola che ha avuto questo effetto anche su di me. In particolare, il film del regista nato nel Bronx, mi ha lasciato un senso di morbosità umida, untuosa, qualcosa che ti si appiccica addosso e ti mette a disagio con l'esterno, mescolato ad una chiara immagine di violenza: un uomo che salta sul cofano di una macchina e esplode un colpo di fucile in faccia al conducente... semplicemente sublime, terribilmente agghiacciante! L'incontro con Maniac avvenne durante i miei primi anni sul vostro pianeta. Ai tempi ero solito girovagare per le videoteche in cerca di VHS polverose lasciate a marcire sugli scaffali, con la precisa intenzione di scoprire in mezzo a tutta quella robaccia commerciale delle gemme preziose. Il criterio era chiaro: se esiste qualcosa di veramente interessante, sicuramente sarà negletto dal grande pubblico, ed allora il primo indizio di "luminescenza" dovrà essere la polvere sulla copertina, se poi c'è anche il numero di catalogo scolorito o meglio strappato, la scoperta è praticamente certa! Bene, durante una di queste mie ricerche venni in possesso di una copia di Maniac edito in Italia dalla Multivision: grafica di copertina essenziale, bel carattere per il titolo e poi un volto indimenticabile, quello di Joe Spinell, interprete principale e co-sceneggiatore. Ok, mi sembrò accettabile, anche se un po' recente e fuori dal mio territorio di caccia preferito (il film è del 1980), in compenso notai che era stato girato interamente a New York City... decisi dunque di noleggiarlo e vederlo. Inutile dire che fu amore immediato!

Joe Spinell, William Lustig and Caroline Munro filming Maniac

E, col senno di poi, non poteva essere altrimenti. William Lustig sceglie per il suo primo film un sogetto classico, se non addirittura trito, la storia di un maniaco, serial killer di prostitute e coppiette. Sceglie per protagonista un attore di navigato mestiere, Joe Spinell, italo-americano, dalla statura imponente e dalla stazza mastodontica, già interprete di numerosi film nel ruolo di comprimario o villain di turno (Il Padrino e Il Padrino parte II, Rocky ecc...), la faccia perfetta per dare il volto al maniac del titolo. Spinell partecipa anche alla stesura della sceneggiatura, dando così un contributo essenziale al confezionamente del personaggio, adattandolo su misura alla sua persona. Il risultato è, prevedibilmente, eccellente. Il film muove con il passo morboso e ossessivo di tanti thriller metropolitani girati a NYC, dove la prima ossessione è la città stessa e le sue vie sporche e trafficate da un'umanità eterogenea e indifferente. Luogo in cui il mostro può mischiarsi tranquillamente tra la folla e scegliere le sue vittime indisturbato.
A theatre on 42nd street showing Maniac (sigh!)
La città è dunque co-protagonista anche stavolta, ma il punto di vista è quello del maniaco, colto in ogni suo aspetto e sopratutto nel suo tormento. Il ricordo va immediatamente al Cattivo Tenente di Abel Ferrara, il senso di lugubre squallore e bieca malvagità è molto simile, credo infatti che il buon Abel debba molto in termini di stile a Lustig. Diciamo dunque che William Lustig si muove sulla strada tracciata da Scorzese in Taxy Driver e anticipa il senso di vuoto paranoico e ossessivo dei balordi di Ferrara.
Ma Maniac va oltre, in un certo senso costituisce un canone estetico/simbolico dello slasher-serial killer movie. Il maniaco è un essere umano costretto a compiere i suoi crimini per la spinta irresistibile di collezionare il feticcio, in questo caso lo scalpo delle sue vittime, e in questo modo placare il suo senso di solitudine, di inedeguatezza. L'allestimento della sua casa, al tempo stesso covo e santuario, è una necessità vitale, ma anche il continuo memento della sua orribile perversione, insieme soddisfazione e punizione. In tutta la vicenda, l'unico attore è lui, il resto del mondo è solo comparsa, eccezion fatta per la fotografa interpretata dalla deliziosa Carolin Munro (Casino Royal, The Abominable Dr. Phibes, Starcrash...), che, grazie alla sua camera-macchina fotografica, riesce a rompere la quarta parete e incrinare la maniacale routine di Frank Zito.

Carolin Munro - Maniac, 1980
Naturalmente di questo film leggerete, quando le troverete, recensioni pessime e tutte incentrate sull'accusa di grossolanità nella descrizione psicologica del personaggio e del banale risvolto edipico per spiegare l'origine delle sue manie, ecco io dico a questi critici: se non vi piace il modo in cui William Lustig e Joe Spinell descrivono il cervello di Frank Zito e le strade di downtown Manhattan, bene, continuate a guardare gli sproloqui borghesi di Woody Allen e le sbrodolate filosofiche di Lars Von Trier, magari sciacquandovi la bocca ogni tanto con uno zuccherosa masturbazione cattolico-sentimentale di certo Wim Wenders o, peggio ancora, Krzysztof Kieslowski, perchè il cinema duro e povero non fa per voi!

Joe Spinell - Maniac, 1980
Da notare, per tutti gli altri, che gli effetti speciali sono curati niente popo' di meno che dal mago Tom Savini, il quale fa anche un cameo nel film, interpretando il fidanzatino al volante dell'auto a cui il caro Frank fa scoppiare la testa con un colpo di fucile sparato dal cofano dell'auto stessa... la scena che citavo in apertura di questo post!!!
Ora, oltre a tutto questo, Maniac è un pregevole esperimento anche perchè, nel clima tragicamente fognario in cui è immerso tutto il film, riesce ad accogliere un elemento soprannaturale-surreal-simbolico tutt'altro che banale e scontato (con buona pace dei suoi detrattori): irrompe nella narrazione l'elemento onirico e visionario, personificato dalle visioni di Frank, prima della madre che lo trascina nella tomba e poi, come climax finale, la materializazione dell'ossessione nell'animazione dei manichini che lo uccideranno: sublime tentativo di manifestare visivamente la paranoia che porta alla liberazione finale il protagonista, tramite l'atto estremo (suicidio?).
William Lustig è nato nel Bronx il primo febbraio del 1955, nel 1980 aveva 25 anni e cominciava a respirare la puzza della violenza che avrebbe portato alla stagione reaganiana prima e del sindaco Giuliani poi; Joe Spinell è nato il 28 ottobre del 1936 a Manhattan e morto nel 1989 nel Queens, fu trovato cadavere nel suo appartamento, si dice ucciso dalle droghe e dall'alcol, di cui abusava in modo massiccio dopo la morte della madre... una coppia che aveva tutte le carte in regola per produrre un cult come Maniac, film che vi consiglio vivamente di recuperare e godere nelle vacanze di Natale!!!
Un'ultima curiosità: William "Bill" Lustig è attivo nel campo della distribuzione di classici in home video, ha lavorato con Anchor Bay e dal 2009 è diventato amministratore capo della Blue Underground, prestigiosa etichetta distributrice di DVD di "un certo livello". Buon sangue... non mente!!

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