domenica 18 settembre 2011

SUNDAY SERMON: Caltiki, il mostro immortale

Buongiorno miei cari e buona domenica...
che la pace vi accompagni... fino alla fine del mondo!!

Eh, già, perché oggi parliamo di leggende Maya e fine del mondo, ma anche di radioattività, tesori nascosti, esseri unicellulari e grandi maestri! Sono molto felice che il vincitore di questo primo sondaggio della nuova stagione sia Caltiki, il mostro immortale, film del 1959 di Riccardo Freda. Questo film è un esempio abbastanza raro di horror-fantascientifico all'italiana e, guarda caso, annovera come direttore della fotografia Mario Bava, colui che pochi anni dopo ci regalerà Terrore nello spazio. In linea con una abitudine in auge a quei tempi, ovvero quella di riadattare-copiare i prodotti di successo made in usa (pensate anche alle canzonette), la squadra capitanata dall'austero Freda si cimenta con una versione rivista e "condita" di Blob e Quatermass Xperiment (infatti avevo messo in votazione anche il primo Quatermass... ne parlerò prima o poi, sono un grande fan del Prof. Quatermass e Val Guest). La ricetta base è quella del film con Steve McQueen e cioè l'esistenza di un terribile mostro informe in crescita incontrollabile che, naturalmente, distrugge tutto quello con cui viene a contatto. 
Riccardo Freda
Su questa idea base, i cuochi italiani (e tutti sanno che la cucina italiana è la migliore al mondo!) aggiungono una serie di ingredienti per costruire un piatto cha tanto assomiglia ad una zuppa... o meglio, ad una ribollita. Bene, si comincia con un po' di spezie per dare alla ricetta un che di esotico: spedizione antropologica in Messico per scoprire la ragione dell'estinzione dei Maya. La leggenda tramanda che il popolo centro-americano sia scomparso per la terribile catastrofe scatenata dall'ira della dea Caltiki, che,"…è unica, la sola dea immortale… e quando il suo sposo apparirà nel cielo, il potere di Caltiki distruggerà il mondo…". 

Mario Bava
Niente male, vero?! Dopo le spezie esotiche aggiungiamo un po' di ottima ciccia saporita, pancetta direi: la spedizione giunge nella terra dei Maya e scopre un tesoro nascosto. La scoperta costerà la vita ad un paio di esploratori e, ovviamente comincerà a irritare la cara e vecchia Caltiki, che mostrerà il suo potere struggendo un po di volti di malcapitati. L'effetto del volto devastato dal mostro è decisamente shockante, credo proprio di poter dire che c'è lo zampino di Mario Bava... ecco, una dose di proto-gore che i cugini anglosassoni negli anni '50 ancora si sognano.




Sometimes diving means dying!!
Dunque, per adesso abbiamo aggiunto esotismo e gore, mi sembra il momento di inserire l'ingrediente principale, la fantascienza... e come si fa ad infilare la fantascienza in una leggenda Maya ambientata in una grotta messicana con un mostro monocellulare che, datato in laboratorio, è di origine antidiluviana? Semplice, facendo passare una cometa radioattiva che consente alla creatura geologica di ingrandirsi, moltiplicarsi e così distruggere il mondo! Lo sposo dallo spazio della leggenda, infatti, altro non è che una cometa che, passata la prima volta nel 607 dc, passerà di nuovo dopo 1350 anni, esattamente nel presente della nostra storia... ecco, la ricetta è pronta da servire!! La metafora culinaria non è a caso, infatti si dice che Riccardo Freda abbia utilizzato della trippa per creare l'orribile creatura. Nonostante parecchi si ostinino a non credere all'uso della trippa, vi garantisco che in certe inquadrature, Caltiki somiglia davvero allo stomaco di una mucca!
Per ammissione dello stesso regista, pare che gran parte del film sia stato diretto da Mario Bava in persona; naturalmente non so come siano andate realmente le cose, però si può facilmente intuire che Bava abbia suggerito diverse trovate a Freda, e che non si sia limitato a illuminare il film. Oltre alla spregiudicatezza degli effetti speciali "fatti in casa" in puro stile Bava, Caltiki, il mostro immortale si fregia infatti anche di alcune scelte "avanguardiste" tipiche del maestro sanremese, come la sequenza metacinematografica della visione del film ritrovato nella cinepresa persa dai primi esploratori vittime di Caltiki: camera a mano e soggettiva del mostro - naturalmente impossibile da giustificare, ma di grande effetto!! Come direttore della fotografia, invece Mario Bava fa un lavoro eccezionale, a dimostrazione del fatto che, oltre ad essere un funambolo del colore (e delle gelatine!), sa dipingere egregiamente anche in bianco e nero. In questo senso le sequenze più interessanti sono quelle in cui uno o più personaggi si trovano in situazioni pericolose, sotto minaccia. A differenza degli interni sicuri, fotografati senza eccessivo uso di ombre, l'ambiente si fa minaccioso, frantumato dalle luci di taglio, "alla Tourneur", quando l'azione si complica. Le inquadrature su Gerard Herter - Gunther trasformato in mostro deforme, per il taglio e l'illuminazione ricordano da vicino il meglio del cinema noir di tradizione tedesca-espressionista (Fritz Lang tedesco e Orson Welles)... vedere per credere!
Gerard Herter
Gerard Herter - Daniela Rocca
Gerard Herter - Didi Perego
Poco importa se l'evoluzione di questo personaggio sia del tutto superflua al plot e che risulti essere solo un pretesto per allungare il brodo (la ribollita avevamo detto) e per mostrare un po' di arti squartati-scheletrificati e femmine in camicia da notte - già, perchè mi ero dimenticato l'ultimo ingrediente di questa pellicola, il pepe!!
Detto questo, penso che Caltiki, il mostro immortale valga la pena di essere rivisto, specialmente ora che si avvicina l'autunno, stagione tetra e dai contrasti blandi... Mi chiedo sempre come mai l'industria del cinema italiano non abbia coltivato con più convinzione i generi fantastico e thriller-noir, privilegiando decisamente la commedia e il realismo... è veramente strano, perchè esistono dei veri e propri maestri in questo campo, riconosciuti all'estero e capaci anche di vendere, ancora oggi dico (penso alla nuova stagione del noir italiano degli ultimi anni - Garrone, Sorentino e compagnia bella). Non esiste solo Dario Argento - tra l'altro sopravvalutato tantissimo a mio parere - e soprattutto non esistono solo film di serie B che seguono questa tradizione (penso a Visconti, Antonioni, Germi o Ferreri), quindi è molto strano che, ad alti livelli, ci sia una sorta di coltre che copre questa parte del vostro cinema... come se fosse una cosa di cui vergognarsi... strano, molto strano... perchè non mi sembra che voi terricoli italiani siate tanto sensibili alla vergogna!!! State su, miei cari... un bacione!!!!
Mimmo Rotella tribute to Caltiki, il mostro immortale - 1961 ca $180,00 

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