Buongiorno miei cari
che la pace sorga
insieme al sole ogni mattina
Hey ma'am, tell Dr. SINema that I'm on my way, please |
Bene, lasciamo perdere i convenevoli e torniamo a noi. La scorsa settimana ho promesso comunque di recuperare un breve commento sul film vincitore del poll "western", ovvero "Vamos a matar, companeros!", pellicola di Sergio Corbucci del 1970 con Tomas Milian e Franco Nero. Il film rientra nel genere odiosamente chiamato "spaghetti western", comunemente riferito a quelle pellicole prodotte in Italia negli anni '60 che si rifacevano al genere del western americano. Il fatto che gli Italiani si appropriassero di un genere così tipicamente ed esclusivamente americano, potrebbe facilmente suggerire una bassa manovra speculativa e di banale plagio, il problema è che un regista come Sergio Leone ha reinventato il genere western arricchendolo e re-insegnandolo agli stessi americani (pensate alla fortuna e al talento di Clint Eastwood!). A parte il fatto che io considero Sergio Leone uno dei più grandi registi di tutti i tempi mai nati sul vostro pianeta, devo riconoscere all'intero genere una peculiarità tutt'altro che fine a se stessa. Il western all'italiana ha prodotto una serie di pellicole di notevole impegno che, con la metafora della frontiera, dell'eroe cinico e corrotto, della rivoluzione messicana, hanno descritto con grande intuizione il mondo a cui andavate incontro, quasi a presagire quella che sarebbe stata chiamata la stagione degli "anni di piombo" (questa sì oggetto di speculazione, ma tanto alla moda ultimamente!). Nonostante non tutti i film siano stati all'altezza della trilogia del dollaro o di Requiescant, Quien Sabe?, Se sei vivo spara, Django (questo sicuramente non lo è!) il genere, per quanto tale, mi sento di approvarlo in toto. Dunque, cosa aspettate miei cari?? VAMOS A MATAR, COMPANEROS!!
Vamos a matar companeros! - Sergio Corbucci, 1970 |
Effect of a sunbath after an overdose of radiations, not bad dude!! |
Bene, intanto guardiamoci il trailer di questo gioiellino e poi facciamo due o tre considerazioni...
Beh...che ne dite intanto? Niente male vero? Considerate che il film ha una delle scene iniziali più ansiogene mai viste. Una bella sirena che strilla, un uomo portato via d'urgenza in barella da un laboratorio nucleare, l'autoambulanza che sgomma e poi il sole, minaccioso e "urlante". GUARDATELA ADESSO CLICCANDO QUI'. Questa più o meno è la percezione di un incidente con radiazioni atomiche che si aveva nei tardi anni '50. Certamente il sensazionalismo gioca una parte importante in questo scenario, se non altro perchè stiamo parlando di un prodotto spettacolare; però c'è da chiedersi perchè queste pellicole fossero prodotte in così ampia quantità e con così alto gradimento. Il pubblico facilmente si identificava e dunque si appassionava a queste storie. Certamente, queste pellicole, facevano leva su una paura latente (ma anche manifesta devo dire, date un occhiata a questo bel sito) che permeava la società nell'era della guerra fredda. Ora, queste ipotetiche e drammatiche eventualità erano relegate ad ambienti scientifici, militari o comunque criminali, dunque, tutto sommato, ambienti lontani dal giardino di casa dell'americano medio.
Quando, dopo il primo incidente in un impianto civile, la percezione del pericolo sarà più reale, il cinema di fantascienza lascerà il campo alle pellicole catastrofiche e politiche. Ancora una volta certe visioni anticipano la realtà e, con ingenua urgenza, preparano il pubblico allo spettacolo dell'informazione giornalistica televisiva. Questo è un bene e allo stesso tempo un male incurabile. La realtà contigente e pericolosa viene immediatamente sublimata in uno spettacolo distante e impalpabile (mi viene a mente l'esotismo dei disastri giapponesi di questi giorni...magistralmente spettacolarizzati e altrettanto magistralmente sfumati in nero!!)...come in un perenne treno di Cassandra Crossing (che bella la rotaia nella pancia della Sophia Loren!!!!).
Ecco...la ricetta per questo giorno è semplice: godetevi il Raccapricciante mostro solare, notando come siano espliciti i rimandi alla tradizione gotica e soprattutto al Frankenstein di Mary Shelley nella costruzione della psicologia del professore-mostro, dopo vestitevi per benino e andate a votare...così, per partecipare al grande SHOW!!
BUONA DOMENICA MIEI CARI TERRESTRI!!
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