Buongiorno miei cari,
anche di lunedì la pace rassereni i vostri cuori...
o almeno i vostri circuiti!
La PP questo fine settimana ha sferrato un attacco veramente duro, tanto che, per tutta la giornata di ieri, il vostro caro medico del sordido ha dovuto combattere contro orde di fantasmi surfisti. Beh... la lotta è comunque stata vinta, ed allora, con un giorno di ritardo, eccovi il vostro tanto atteso...
La democrazia sta lentamente riappropiandosi dei suoi spazi, ma non sono ancora contento della partecipazione. Dobbiamo votare con maggiore decisione ed entusiasmo. Oltretutto questa settimana i film da scegliere erano anche molto conosciuti. Credo, dunque, che sia giunto il momento di stabilire il QUORUM DEL DOTT. SINEMA!! D'ora in poi, "Il più temuto" della settimana sarà decretato tale solo se raggiungerà almeno 5 voti, in caso contrario il tema del sermone sarà libero!
Beh... comunque, il vincitore di questa settimana sarebbe Casablanca di Micheal Curtiz. Ora, come fu per Eraserhead, credo che ogni commento a questa pellicola sia superfluo, e dunque lo lascio ai luminari della critica cinematografica. Molto più interessante mi sembra invece l'unico voto che ha ricevuto Hell is a city.
Come avrete sisuramente capito, questa volta l'attenzione è dedicata ad un genere che più di tutti ha segnato in modo indelebile la storia del cinema; Godard diceva che il cinema "è" il cinema poliziesco, non ne esiste altro. Come al solito mi trovo a concordare con lui. Di fatto, prima il gangster movie, poi l'hard boiled, infine il più sofisticato e ambiguo noir, che conoscerà innumerevoli reincarnazioni e neo-ismi vari, il cinema è sempre stato accompagnato da storie di poliziotti e criminali, prima con ruoli nettamente separati e una morale chiara, poi, progressivamente, i ruoli si sono mescolati e la morale sempre più si è andata complicando in duri affreschi umano-metropolitani.
Casablanca è stato un punto di svolta in questo senso: di fatto il film è un mélo che si svolge in un contesto da spy-story, durante la seconda guerra mondiale, ma alcuni elementi lo pongono di fatto tra gli iniziatori del genere. Intanto, Rick - Humprey Bogart è il prototipo di quello che sarà l'eroe noir: personaggio al margine tra crimine e legalità, un duro dal cuore tenero che si è relegato una nicchia nel torbido mondo del mercato clandestino dei visti per l'espatrio in America, a metà tra trafficante e benefattore solitario. Il suo passato riemerge dai dialoghi e veniamo a conoscienza che, dietro alla faccia dura del cinico approfittatore, si nasconde un rivoluzionario che ha aiutato la lotta per la libertà in varie parti del mondo (anche i rivoluzionari in Etiopia contro i fascisti italiani, ma nella versione italiana del film sentirete un'altra versione!!). Il passato, il destino direi, torna minaccioso incarnato dalla donna dei suoi sogni, che non è ancora dark lady, ma comunque costituisce il motore, perturbante, della vicenda. Accanto a loro si muove un'umanità bassa, reietta e disperata, che somiglia molto a quella descritta in tanti noir urbani degli anni post-bellici (su tutti emerge il personaggio fantastico di Peter Lorre, di cui approfondiremo a breva l'immensa figura nell'HBOTM), il tutto fotografato in un bianco e nero ricco di ombre inquitanti ed espressioniste.
Considerato che Casablanca non è "ufficialmente" ritenuto un film noir, mi prendo la libertà di definirlo un precursore illustrissimo del genere, perchè, come riporta filmsite.org: "The primary moods of classic film noir were melancholy, alienation, bleakness, disillusionment, disenchantment, pessimism, ambiguity, moral corruption, evil, guilt, desperation and paranoia".
Dall'Inghilterra invece arriva questo semi-sconosciuto gioiello diretto da Val Guest, sfornato dalla mitica Hammer, più famosa per i suoi horror vampittoreschi, Hell is a city! Devo essere sincero, se qualcuno, qualche anno fa, mi avesse detto che in Inghilterra si sono realizzati dei grandi noir nel periodo d'oro dell'hard boiled, probabilmente, con educazione, avrei portato il discorso sui gerani da balcone, ma, dopo aver visto questa rassegna dedicata al Brit Noir, mi sono dovuto ricredere! Intanto c'è da ricordare Il Terzo uomo, che io credevo episodio isolato, che invece rappresenta la punta di un iceberg che nasconde un mondo poco conosciuto e incredibilmente vivace e prolifico, d'altronde, a pensarci bene, Alfred Hitchcock era cittadino britannico (anche se non mi azzarderei a definire alcuni suoi capolavori dei classici noir, sarebbe come dire che Shining di Stanley Kubrick è un classico horror o Orizzonti di gloria un classico di guerra...ci sono cose che vanno oltre, ben oltre!). Insomma, il genere che, dopo il western, si associa naturalmente agli USA, in realtà ha avuto grandi esempi anche oltreoceano (un'altra volta poi parleremo anche del gangster-movie giapponese, che non è niente male!!).
E allora forza, liberiamoci dei pregiudizi e giu a piene mani nell'umida e criminosa terra d'Albione, a scoprire le torbide strade di Manchester, nei panni dell'ispettore Martineau, sulle tracce dell'evaso e pessimo elemento, Don Starling. Dal romanzo dell'ex-poliziotto Maurice Proctor, Val Guest in doppia veste di sceneggiatore e regista è assolutamente all'altezza di entrambi i ruoli (d'altra parte nessuno credo dubiti del suo mestiere, basta ricordare la serie e i film del Dr. Quatermass o l'episodio di Casino Royal), la fotografia in Hammerscope come ciliegina sulla torta!
Val Guest, come i suoi illustri colleghi, Terence Fisher, Freddie Francis, Roy Ward Baker, Don Sharp, solo per citarne alcuni, si trovava a suo agio tanto con il grande schermo che con il nuovo mezzo televisivo, a dimostrazione del fatto che la TV, almeno all'esordio, cercò di arruolare i grandi artigiani del cinema e degli studios popolari dell'epoca. Perfino la prestigiosa BBC si servirà di questi maestri per creare alcune delle più riuscite serie TV dagli anni '50 in poi. Come non ricordare i grandi serials inglesi dell'epoca: Quatermass, Doctor Who, UFO, The Avengers... aaahhh, che meraviglia!!
Nonostante la grande tradizione del noir cinematografico abbia decisamente il passaporto americano, statunitense per essere precisi, se non altro perchè, in estrema sintesi, il gangster-movie e il noir sono l'evoluzione metropolitana del western, non bisogna dimenticarsi che il genere poliziesco, soprattutto in letteratura, ha radici anglosassoni molto importanti; tanto per citare qualche autore, Arthur Conan Doyle, Agata Christie, Edgar Wallace, universalmente riconosciuti tra i padri del giallo e della detective-story.
Insomma, quella rassegna fu proprio una bella scoperta ed un incitamento a cercare altre gemme nascoste nei magazzini polverosi degli archivi televisivi britannici. Non so quanto abbia giocato il fatto di vedere che nel tempio del cinema di qualità di New York, il Film Forum appunto, sia stata dedicata una settimana intera al noir britannico, ma vi garantisco che i film che ho visto niente hanno da invidiare ai cugini americani... "suonala ancora Sam"!
Stanley Baker in action - Hell is a city, Val Guest 1960 |
Come avrete sisuramente capito, questa volta l'attenzione è dedicata ad un genere che più di tutti ha segnato in modo indelebile la storia del cinema; Godard diceva che il cinema "è" il cinema poliziesco, non ne esiste altro. Come al solito mi trovo a concordare con lui. Di fatto, prima il gangster movie, poi l'hard boiled, infine il più sofisticato e ambiguo noir, che conoscerà innumerevoli reincarnazioni e neo-ismi vari, il cinema è sempre stato accompagnato da storie di poliziotti e criminali, prima con ruoli nettamente separati e una morale chiara, poi, progressivamente, i ruoli si sono mescolati e la morale sempre più si è andata complicando in duri affreschi umano-metropolitani.
Bogie and Lorre at Rick's in Casablanca, Michael Curtiz 1942 |
Considerato che Casablanca non è "ufficialmente" ritenuto un film noir, mi prendo la libertà di definirlo un precursore illustrissimo del genere, perchè, come riporta filmsite.org: "The primary moods of classic film noir were melancholy, alienation, bleakness, disillusionment, disenchantment, pessimism, ambiguity, moral corruption, evil, guilt, desperation and paranoia".
Brit Noir program at Film Forum New York City august-september 2009 |
E allora forza, liberiamoci dei pregiudizi e giu a piene mani nell'umida e criminosa terra d'Albione, a scoprire le torbide strade di Manchester, nei panni dell'ispettore Martineau, sulle tracce dell'evaso e pessimo elemento, Don Starling. Dal romanzo dell'ex-poliziotto Maurice Proctor, Val Guest in doppia veste di sceneggiatore e regista è assolutamente all'altezza di entrambi i ruoli (d'altra parte nessuno credo dubiti del suo mestiere, basta ricordare la serie e i film del Dr. Quatermass o l'episodio di Casino Royal), la fotografia in Hammerscope come ciliegina sulla torta!
The Third Man - Orson Welles fights in the stinky sewers of Vienna |
Nonostante la grande tradizione del noir cinematografico abbia decisamente il passaporto americano, statunitense per essere precisi, se non altro perchè, in estrema sintesi, il gangster-movie e il noir sono l'evoluzione metropolitana del western, non bisogna dimenticarsi che il genere poliziesco, soprattutto in letteratura, ha radici anglosassoni molto importanti; tanto per citare qualche autore, Arthur Conan Doyle, Agata Christie, Edgar Wallace, universalmente riconosciuti tra i padri del giallo e della detective-story.
Insomma, quella rassegna fu proprio una bella scoperta ed un incitamento a cercare altre gemme nascoste nei magazzini polverosi degli archivi televisivi britannici. Non so quanto abbia giocato il fatto di vedere che nel tempio del cinema di qualità di New York, il Film Forum appunto, sia stata dedicata una settimana intera al noir britannico, ma vi garantisco che i film che ho visto niente hanno da invidiare ai cugini americani... "suonala ancora Sam"!
Peeping Tom, Michael Powell - 1960 |
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