mercoledì 6 luglio 2011

Carnival of souls, Dementia 13, Spider baby - The BLACK TRIO!

Candace Hilligoss - Carnival of souls, 1962
Ci sono alcuni film che, per ragioni diverse e spesso inspiegabili, portano con se un'aura di fascino che va ben al di là delle loro qualità oggettive. Qualche anno fa mi capitò di curare una rassegna a cui detti il titolo di Hollywood the black e ancora oggi mi sorprendo di quanto quel titolo fosse bello, evocativo e centrato per i film di quel programma; preso a prestito da un verso di una canzone di Current 93, HTB sintetizzava in maniera inequivocabile il mood delle pellicole in rassegna.

David Tibet - Current 93
Proprio come I canti di Maldoror scritti dal Conte di Lautréamont nella seconda metà del 1800, così spesso citati dalla band inglese come fonte di ispirazione, queste tre pellicole sondano il campo del surreale, dell'umorismo acido e tetro, una temporalità sospesa tra realtà e qualcos'altro, in una parola affondano le proprie radici in un terreno che confina senza recinzione con la magia.  Il primo film scelto era Carnival of Souls, di Herk Hervey. Io mi auguro che tra coloro che leggono ci sia qualcuno che non lo ha ancora visto, perchè la sua condizione è invidiabile. COS è un'esperienza unica e la prima visione resta impressa nella memoria a vita; uno di quei film che lasciano una sensazione netta e riconoscibile anche a distanza di anni: avete presente la sensazione che lascia la visione di Eraserhead di David Lynch? Ecco, anche se le due pellicole non sono nemmeno lontanamente paragonabili, entrambe lasciano quel non so che dentro, un ricordo nebbioso misto di onirico, malsano, affascinante, seducente e inquietante. Prodotto, scritto e diretto da Herk Harvey nel 1962 con un budget di 33.000 dollari, COS non ebbe un grande riscontro al momento dell'uscita nelle sale. Come ogni B-Movie fu relegato al circuito dei Drive-In di provincia e l'impatto sul classico pubblico di teenagers ormonali e in cerca di emozioni forti, si può ben capire, fu un po' freddino. COS infatti non è un tipico exploitation movie, di quelli che facevano urlare esaltati i ragazzini e tappare gli occhi alle femminucce. Tutto il film gioca sulla costruzione di un'atmosfera sospesa, traslata di pochissimo rispetto al piano della realtà, tanto da conferire allo spettatore una sensazione di disagio che si trasforma velocemente in una gradevole inquietudine. Elemento determinate per la riuscita di questo effetto è la location dove il film fu girato. In alcune testimonianze si dice che fu proprio il padiglione del parco abbandonato di Saltair, vicino a Salt Lake City, ad ispirare la storia ad Herk Harvey. Di sicuro l'architettura esotica e barocca della costruzione conferiscono agli esterni girati in quel luogo un plusvalore magico e misterioso di per se che, unita alla recitazione straniata della protagonista Candace Hilligoss, al make up essenziale dei fantasmi-zombie, allo score cacofonico a base di organo dissonante di Gene Moore, alla predominante presenza uterina ma minacciosa dell'acqua, creano quell'atmosfera magica che permea tutta la pellicola e che rimarrà nei ricordi di chiunque abbia la fortuna di vederlo almeno una volta.
Saltair Pavillion I viewed from the lake, circa 1900

Dementia 13, invece, è il terzo film di Francis Ford Coppola (in realtà potrebbe essere, anzi è considerato il primo vero film, visto che precedentemente il regista era stato coinvolto in un paio di nudie di dubbia importanza). Siamo lontani dalle atmosfere di COS e i protagonisti di questa produzione non sono certo degli sconosciuti outsiders: Roger Corman produce, l'American International Pictures distribuisce, il giovane futuro regista di Apocalipse Now e de Il padrino, scrive e dirige. Nonostante questo, Demetia 13 fu una produzione decisamente cheap, finanziato con i soldi avanzati dalla produzione di The young racers ($ 22.000), certamente il lavoro fatto per questo film è di natura diversa di quello realizzato dalla crew di Harvey. L'aura è comunque la stessa.

She won't have a bath... I guess! Dementia 13, Francis Ford Coppola 1963
Anche in questo caso l'acqua è un elemento determinante e prepotentemente accentratore. La pellicola si muove su una trama da thriller con tanto di psycho on the loose che semina il panico in una comunità di piccoli borghesi avidi, rinchiusi in un macabro castello irlandese. Il plot è dunque accettabilmente banale e ordinario, infatti Corman voleva produrre una copia a basso costo di Psycho, per sfruttare la moda del momento. Coppola ebbe carta bianca, ma dopo la prima proiezione del film cominciarono i litigi con Corman per evidenti divergenze di "stile". Ad un certo punto Coppola fu sostituito da Jack Hill per la regia di alcune scene aggiuntive volute dal produttore. Il risultato è che la trama è sfilacciata e a momenti completamente incomprensibile, ma questo, invece che risutare un handicap, costituisce l'elemento che da il tocco "magico" al film. Questa incoerenza di plot crea quella sospensione del significato che sposta il film di peso nel campo del significante e, dunque, la recitazione affettata, la location gotica e l'elemento acquatico prendono il sopravvento assoluto: siamo di nuovo di fronte ad un film dall'atmosfera magica (e questo non piacque proprio a nonno Corman che voleva sex and axe-violence!!). La scena iniziale, meravigliosa nella sua crudezza e sprecisione, dell'omicidio-incidente del marito cardiopatico con la radio che cade nell'acqua e continua ad emettere il suono intubato di un pezzo rockabilly - "He's Caught" di "Buddy and the Fads" registrato ad Hollywood nel 1959 - da la cifra di tutto il film. Bellissima la grafica dei titoli di testa, come lo è quella di COS e lo sarà ancora di più quella di Spider Baby, anzi, questo tema meriterebbe un post a parte, magari poi lo farò.
Partiamo comunque dai titoli di testa di Spider Baby, or the maddest story ever told, piccolo capolavoro di deliziosa animazione fanciullesca e al tempo stesso decisamente psycho! I disegni scorrono sulle note del tema del film cantato da Lon Chaney Jr., una parodia dell'anthem "Monster Mash" di Bobby (Boris) Picket.

Spider Baby, or the maddest story ever told - Jack Hill, 1968
Jack Hill, dopo aver fatto un po' di gavetta, come abbiamo visto, con Roger Corman, decide di mettersi per conto suo per realizzare il film su una storia che a lui sta molto a cuore. Avuto un primo finanziamento da due imprenditori immobiliari, inizia a girare il suo Cannibal orgy nel 1963. La fortuna non sarà dalla sua e la produzione sprofonda nell'ultima settimana di post-produzione insieme alla bancarotta dell'azienda dei due costruttori a causa della grave crisi del settore di quell'anno. Hill dovrà aspettare 4 anni, prima che un nuovo distributore, il regista David L. Hewitt, ri-acquisti i diritti del film e lo faccia uscire col nuovo titolo Spider Baby in double bill col suo Terror's gallery of horrors. Questo ritardo nell'uscita non gioverà al film che, per assurgere allo status di cult che tuttora riveste, dovrà attendere qualcosa come 40 anni e la devota opera di restauro dello stesso Jack Hill. Probabilmente l'affetto che il regista ripone nei confronti di questa pellicola traspare anche nel film, infatti Spider Baby è una favola nera che, letta con occhio smaliziato e scevro da pregiudizi, racconta una dolce storia di freaks indifesi e del suo amorevole tutor Lon Chaney Jr. contro l'avidità e il cinismo dell'uomo medio. Il tono fiabesco del film è immediatamente riconoscibile anche dai titoli di testa, come abbiamo visto, ma soprattutto nell'interpretazione del personaggio di Bruno - Lon Chaney Jr.: umile servitore che con responsabilità si accolla la tremenda eredità della miserevole famiglia Merrie, affetta dall'omonima sindrome di regressione psicologica, per puro senso del dovere e della lealtà, in un quadro sociale di altri tempi, che inesorabilmente si scontra con la nuova (im)moralità della borghesia cittadina, illuminata solo dal dio dollaro, una specie di Steinbeck schizzato!! Questa è la magia di Spider Baby... la fiaba più pazza mai raccontata!!
Adesso non mi resta che segnalarvi che tutti e tre questi gioielli sono stati finalemente pubblicati anche in Italia e che sarebbe necessario, o meglio salutare, procurarseli per vederli, vederli, vederli e rivederli ancora!!

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