martedì 12 luglio 2011

PETER LORRE, HBOTM giugno-luglio 2011 - part 1

GIUGNO/LUGLIO 2011: PETER "M" LORRE
Il 26 giugno del 1904, nell'allora cittadina dell'impero austro-ungarico Rozsahegy, oggi Ruzemberok in Slovacchia, nasce Laszlo Lowenstein. Fin da bambino, il piccolo Laszlo, mostra i segni della diversità: più intelligente dei suoi fratelli, ma difficilmente irregimentabile, irrequieto e un po' strambo. Naturalmente tutte queste caratteristiche gli creano non pochi problemi, almeno fino a quando il mondo non conoscerà il suo "vero" nome: Peter Lorre.
Crime and punishment, 1935
Partorito il 26 giugno del 1904 da Elvira Lowenstein, Laszlo è il primogenito della famiglia. Il fratello Francis nascerà nel 1906 e la madre morirà nel 1908 per ragioni mai chiarite, legate ad un'infezione sanguigna dovuta ad un avvelenamento alimentare. Il padre Alois Lowenstein, militare austro-ungarico, si risposa dopo pochissimo con una delle migliori amiche di scuola di Elvira, Melanie Klein, consapevole del fatto che i bambini avrebbero avuto bisogno della figura materna per crescere. Melanie ha altri 2 figli, Liesl e Hugo. Lei è una donna estremamente pragmatica e il suo carattere non tarda molto ad entrare in conflitto con quello di Laszlo, in cui lei intravede, fin da subito, il germe della indisciplina e della disdicevole condotta "artistica". Invece di giocare a calcio insieme ai suo fratelli, ad esempio, il piccolo Lowestein si rinchiude nella sua camera a dipingere acquerelli, così come non segue i precetti e le regole imposte da Melanie sulle faccende domestiche e l'ordine della cameretta. Un episodio che Peter ricorderà più volte è legato alla festa del Natale. Per lui, come per tutti i bambini del mondo, l'attesa nella notte di Natale era uno degli eventi più magici in assoluto, vissuto con entusiasmo incredibile, e regolarmente frustrato la mattina dopo all'apertura dei doni perchè, con intuito infallibile, Melanie e Alois "Babbo Soldato" pensano bene di regalare sempre e solo cose utili, come giacche e pantaloni pesanti per l'inverno, mai un giocattolo!

Lazslo and his mother Elvira, 1907
Nel marzo del 1915 la famiglia Lowestein si sposta a Modling, una cittadina rurale 10 km a sud di Vienna. Qui il piccolo Laszlo frequenterà il Realgymnasium fino al 1917. In quell'anno un nuovo trasloco porta i Lowenstein a Vienna, in una casa a pochi passi dal Prater. Nel frattempo Alois viene congedato dall'esercito e, per sopperire alla tremenda crisi e all'incombente carestia, acquista un pezzo di terra dove coltiva generi di prima necessità.
Nel Settembre del 1918 Laszlo entra alla Wiener Handelsakademie, direttamente al secondo anno del corso quadriennale in economia. Si diploma a pieni voti il 18 giugno del 1921. All'atto dell'iscrizione alla scuola, alla voce religione fa scrivere "KONFESSIONSLOS", non appartenente ad alcuna confessione. Nello stesso periodo comincia a pensare seriamente di voler fare l'attore, spesso ricorda che in quegli anni si sentiva come "ammorbato da uno strano parassita sconosciuto che lo forzava a recitare". Naturalmente il padre non vuole nemmeno sentir parlare di questa pulsione di Laszlo, nell'ottobre del 1922 muove tutte le sue conoscenze e gli fa ottenere un posto come impiegato di banca. Di nuovo una registrazione sui documenti, di nuovo un atto di ribellione: accanto alla voce professione fa scrivere beamter (funzionario, impiegato) e aggiunto a lapis accanto auch Schauspieler (e anche attore). Contemporaneamente alla professione di impiegato mette in piedi, all'oscuro di familiari e colleghi naturalmente, un gruppo di teatro amatoriale devoto alla causa dell'improvvisazione (dirà più tardi che una cosa gli fu chiara subito, a cioè che se intendi far recitare degli amatori devi evitare il più possibile i ruoli canonici, ma lasciare spazio all'espressività libera di ognuno...altrimenti il trucco si vede!). Un giorno non si presenta a lavoro e confessa a Melanie la sua intenzione di diventare attore professionista. Lei "capisce al volo" e lo rimanda in ufficio a calci; Laszlo obbedisce, ma quando il boss intende fargli la paternale, lo interrompe dicendo più o meno così: "Lei può licenziarmi quando vuole, ma da lei non accetto nessun tipo di morale ne nessun consiglio per la mia vita". Licenziato in tronco!! Eeehhh... con la cultura mica si mangia, lo sappiamo bene, vero?!!
Peter Lorre and his brother Francis lunching in Berlin 1932
E quello era proprio un momento felice per ritrovarsi senza lavoro, nella Vienna devastata dalla prima guerra mondiale, vittima degli speculatori di tutto il mondo, in preda ad un'inflazione paurosa. Comunque, Laszlo scappa da casa nel novembre del 1923. Comincia a lavorare negli alberghi della città ma ben presto il rigore dell'inverno austriaco e la fame lo portano di nuovo a bussare alla porta di casa. Melanie dice di non poterlo non riaccettare in casa (sempre carina ed educata vero?!), ma che avrebbe dovuto rispettare gli orari da lei imposti... Laszlo non tornerà mai più! Spesso, disperato e affamato, la mattina aspetta fuori dalla porta i fratelli che vanno a scuola e loro gli danno i panini della colazione e qualche spicciolo. La notte dorme sulle panchine del Prater, coprendosi con i giornali avanzati dal blocco di quelli che vende per strada durante il giorno, per comprarsi il suo amato Goulash. Come dirà ai giornalisti qualche anno dopo "io sono uno dei pochi attori che ha avuto lo scorbuto per davvero" (dall'inglese scurvy= scorbuto, ma anche aggettivo per indicare una persona infame, miserabile, meschina). Il padre per un po' di tempo gli lascerà un "aiuto settimanale" presso l'ufficio del suo avvocato, per evitare di farlo sapere alla "caritatevole" matrigna Melanie.
In questo periodo il piano di aiuti umanitari del Direttore Generale del Relief for the Allied and Associated Powers, Herbert Hoover, darà un sostanziale appoggio ai senza-tetto viennesi, Laszlo compreso, ma la svolta principale giungerà dalla scoperta delle Cofféhouse. In questi bar-ritrovi, Laszlo può passare la giornata al caldo e tirare su qualche spicciolo esibendosi spontaneamente in pezzi comici, ma soprattutto entrare in contatto con gli artisti e gli intellettuali della città.
Proprio in uno di questi locali Laszlo incontra William Moreno, fratello di Jacob Moreno, psichiatra, attore, produttore e insegnante di teatro bulgaro che, dopo anni di peregrinaggi scientifico-artistici in giro per l'Europa, si era fermato a Vienna dove aveva istituito la sua scuola-laboratorio-clinica STEGREIFTHEATER, Teatro della spontaneità, nel 1921.
A questo punto credo sia utile citare delle dichiarazioni di Peter Lorre a proposito della possibilità di imparare l'arte della recitazione nelle scuole: "I don't believe in studying a thing that lies definitively in the realm of imagination" e ancora "The actor must have a feeling for it. If a person acts because he has learned in school, rather than he has a striking talent for it, he'll just be reaching a dull medium in his performance"; una posizione abbastanza chiara e indiscutibile direi.
All'interno dello Steigreiftheatre, Moreno divide due percorsi paralleli, uno dedicato alla ricerca teatrale-estetica e un'altro prettamente psichiatrico-terapeutico, il Teatro della Spontaneità, infatti, era anche conosciuto col nome di THERAPEUTIC THEATER. Laszlo era perfetto per la ricerca portata avanti da Moreno, la sua capacità di fare acrobazie con i muscoli della faccia lo rendeva credibile in innumerevoli ruoli e mutevoli; dall'ascetico monaco tibetano al demoniaco maniaco assassino, la faccia di Laszlo - Lazy Lowenstein è una maschera congelata in una smorfia cattiva, come dice lo stesso Moreno - "A mask frozen in a ugly grimace".

Cafè Herrenhof ladies lounge - Wien, 1914
Moreno, in quel periodo, lo introduce nel circolo del Cafè Herrenhof dove, con il diciannovenne Billy Wilder, siede al "tavolo dei bambini". Frequentatori abituali del cafè sono i personaggi dell'intellighenzia letteraria e artistica austriaca come Franz Werfel, Franz Kafka, Frank Theodor Csokor e lo stimatissimo attore/regista Karl Forest. Moreno decide a questo punto che, per lanciare definitivamente il piccolo Lazy Lowenstein nel mondo del teatro, deve assolutamente regalargli un nome d'arte degno del suo talento: Peter, in onore di un suo caro amico, Peter Altemberg, e del personaggio Struwwelpeter, un bizzarro ometto della tradizione letteraria germanica, a cui l'attore somiglia; Lorre, dal termine tedesco che indica il pappagallo, in virtù del talento di Lazy a trasformarsi e imitare tutti i caratteri.
La strada è aperta ma, con le prime scritture importanti, cominciano anche i problemi di salute che affliggeranno Peter Lorre per tutta la vita; come dirà all'ispettore della narcotici dell'FBI Theodore J. Walker nel 1947 "durante la prima performance la mia appendice cominciò a darmi fastidio, risultato degli anni di vita passati in condizioni miserabili, e dunque fui operato". Questo è l'inizio del calvario che lo porterà dentro e fuori dagli ospedali di mezzo mondo e che lo condanna alla dipendeza dalla morfina e narcotici in genere.

In quel periodo Peter Lorre si guadagna la nomea di "scene stealer". Memorabile a questo proposito è un episodio ricordato dall'attrice Hilde Wall, futura moglie di Max Ophuls: Lorre, nella parte del servo, deve soltanto entrare in scena e dirle "Frau Schultz è qui per incontrarla"; Lorre entra in scena, sì, ma si siede su una panca e dice: "Certo, lei conosce Frau Schultz". "Certo che sì", risponde la Wall per stargli dietro. Lorre tira fuori una sigaretta, l'accende, butta gli occhi al cielo e dice "E' venuta qui qualche volta ultimamente, non è vero?" "Certo che sì, è una mia amica." Lorre da una profonda boccata alla sigaretta e spinge il fumo fuori, con estrema solennità, poi butta la sigaretta, si alza e dice "Bene, Frau Schultz è quì per incontrarla".
Per ogni commedia l'attore compare nel cast di almeno due drammi tra i più importanti: nel Napoleone o i cento giorni di Christian Dietrich Grabbe, interpreta il doppio ruolo di Ludwig XVIII e di un granatiere; in St. Joan di George Bernard Shaw; nell'Enrico IV di Pirandello interpreta un lacchè; nel Faust di Goethe fa la parte di un allegro cliente di pub.

Eccezion fatta per una breve pausa alla fine del 1925, Lorre lavora instancabilmente sui palchi nonostante numerosi apisodi di crampi, vomito e diarrea. Nel 1926 Alois lo ricovera nella clinica di un chirurgo massone a Vienna, per sottoporlo ad una nuova operazione all'intestino per rimuovere le aderenze causate dal primo intervento, eseguito non proprio dal "miglior chirurgo" sulla piazza. Il nuovo medico, il Dr. P. Clairmont si prende a cuore il caso dell'attore e comincia a somministragli massicce dosi di narcotici nella speranza di alleviare il più possibile i tremendi dolori. Sebbene animato dalle migliori intenzioni, come ricorderà il fratello Francis, sarà uno dei principali responsabili della dipendenza di Peter. Anche se al tempo Peter non è ancora un tossico, fa comunque uso, sempre controllato e sotto prescrizione medica, di morfina, Pantopon e Dilaudid.
Nel 1926 arriva un contratto a salario per il Kammerspiele. Tutte produzioni molto dozzinali e mediocri, ma il suo talento non fa fatica ad emergere e, nonostante le piece ricevano quasi sempre stroncature, la critica riconosce a Lorre un suo status di tutto rispetto. Una volta, durante una di queste performance, Peter collassa in scena e si risveglia in una clinica in mezzo ad alcolizzati deliranti e tossici sudati. Alois capisce che, ogni volta che fosse successa una cosa del genere, suo figlio avrebbe avuto bisogno di una camera a pagamento per non ricevere i trattamenti barbari riservati ai reietti della società. Paga il ricovero in una clinica privata e lo affida addirittura ad un ipnotista che, dopo la prima seduta, rinuncia alla terapia e dichiara che l'unico modo per salvarlo è prescrivergli ancora più morfina!

Bertolt Brecht - Augusta, February 10 1898 – Berlin, August 14 1956
Siamo nel 1927, Peter si prepara alla svolta, al grande salto fino a Berlino e alla ricerca di un contratto con Bertold Brecht. Il drammaturgo Franz Theodore Csokor, suo amico e grande sostenitore, cerca per lui tutte le raccomandazioni e gli agganci percorribili nella capitale tedesca, procurandogli un contratto con il Berlin's Reinassence Theatre per l'anno 1927-1928.
Lorre si trasferisce stabilmente a Berlino nel marzo del 1929, in Schulterstrasse 48.  Nel frattempo riesce a lavorare con la compagnia di Bertold Brecht e dirà lui stesso: " [Brecht] cast me in one of the plays he was directing because I did not look like an actor" e ancora "Brecht could not hold with beautiful people", mentre l'attrice Lotte Lenya (la ricorderete per l'interpretazione della sadica Rosa Klebb in 007 dalla Russia con amore) dichiarerà "Anyhing a little off-beat appealed to him".
Poco dopo l'arrivo a Berlino, ha una terribile emorragia interna causata da una brutta forma di tubercolosi. Passa tre mesi in ospedale nella capitale tedesca, dove i medici non lesinano con le dosi di morfina, con il risultato di renderlo definitivamente dipendente dal narcotico!
Dopo alcuni piccoli ruoli, il primo vero successo arriva nel 1929 con Pionieri a Ingolstadt, una commedia di Marialuise Fleisser, ammiratrice devota di Brecht, alla quale il drammaturgo tedesco aveva dato una decisa impronta scandalosa, spingendo oltre il buon gusto la provocazione sessuale insita nel testo della Fleisser (Rainer W. Fassbinder ne farà una versione televisiva nel 1970). La commedia crea un enorme scandalo e ottiene un altrettanto grande successo, di pubblico e critica, quest'ultima impressionata particolarmente dalla performance di Lorre. Aufricht, l'impresario della compagnia di Brecht, titubante fino a quel momento a mettere sotto contratto Peter Lorre, entusiasta si rende disponibile a soddisfare ogni esigenza dell'attore; Peter chiede 30.000 marchi ed Aufricht lo paga in contanti e lo assume con un contratto stabile con la compagnia! Dopo una replica di Pionieri a Ingolstadt, Peter è avvicinato da Celia Lovsky, bellissima attrice austriaca che il giovane Laszlo aveva adorato sui palchi viennesi. Dopo quella sera i due non si lasceranno mai più - divorzieranno nel 1945 ma rimarranno comunque vicini per tutta la vita.

Peter Lorre as Saint-Just in Georg Buchner's Danton Tod
Durante una delle successive repliche, Lorre ha una nuova emorragia, ma il medico non lo ricovera e gli consente di continuare a recitare sostenendolo con la morfina. Droga, talento, riscatto, amore e finalmente un nuovo abito per andare in scena!!... Peter Lorre cammina a trenta metri sopra la terra!
La nuova produzione Brecht-Weill-Aufricht, Happy End, è un musical nato velocemente sul successo dell'Opera da tre soldi di Brecht e Kurt Weill: tre atti traboccanti di un feroce anticapitalismo,  Peter Lorre interpreta il ruolo del Dr. Nakamura, un oscuro figuro orientale che anticiperà di sette anni il personaggio di Mr. Moto. La piece avrà grandissimi problemi con la censura - nel terzo atto un'attrice entra in scena e proclama un comunicato del Partito Comunista... siamo in Germania all'inizio degli anni '30 e il Nazismo sta prendendo piede!! - e dopo soltanto 3 repliche minaccia la chiusura. Aufricht si trova improvvisamente con un intera compangia di attori a stipendio e senza produzioni in scena. Peter Lorre viene, così, "dato in prestito" al suo mentore Csokor che lo ingaggia per il ruolo di Saint-Just ne La morte di Danton, dramma antimilitarista e libertario ambientato durante la rivoluzione francese. I due spettacoli vanno in scena contemporaneamente e Lorre, d'acordo con Brecht, suggerisce di cambiare il copione di Happy End, facendo uccidere Nakamura nel primo atto, permettendogli in questo modo di raggiungere l'altro teatro per interpretare Saint-Just e tornare nel terzo atto di Happy End, dichiarando che in realtà lo sparo del primo atto aveva solo ferito Nakamura - il cambio di abito e trucco avviene nel taxy!!

Celia Lovsky
Vienna February 21 1897, Los Angeles October 12 1979
Celia Lovsky sarà ampiamente responsabile della svolta della carriera di Peter; si dice che sia stato il suo tramite a portare il regista Fritz Lang ad una rappresentazione della commedia Fruhlings Erwachen (Risveglio primaverile) di Frank Wedekind dove Peter interpreta l'angelico Moritz Steifel. Lang immediatamente dopo averlo visto sul palco, propone a Lorre il ruolo di protagonista del suo primo film sonoro: M!! Peter Lorre sarà Hans Beckert, il mostro di Dusseldorf e... il resto lo conoscete tutti!!!
L'HBOTM di questo mese non copre tutta la vita di Peter Lorre, me ne scuso, in una seconda parte prenderò in esame i film che preferisco del genio ceco (ho già dedicato un sermone a Mad Love e uno a Casablanca) ma per quanto riguarda la biografia ho voluto trattare solo la parte che troppo spesso rimane esclusa dalle storie ufficiali, e che invece reputo fondamentale per capire a fondo la straordinaria figura di questo immenso uomo alto solo 160 centimetri!! Soprattutto ho voluto soffermarmi sul ruolo dell'esperienza teatrale con Bertolt Brecht, che sarà imprescindibile per tutto il resto della sua carriera in Inghilterra prima (con Alfred Hitchcock) e a Hollywood poi, così come è drammaticamente indispensabile raccontare la dipendenza dalla morfina, che segnerà tutta la sua vita. 

Hans Beckert, M - Fritz Lang, 1931
Indispensabile per la stesura di questo articolo è stato il primo capitolo della biografia dell'attore "The Lost One: a life of Peter Lorre" di Stephen D. Youngkin, edito dalla grandissima University Press of Kentucky, da cui ho tratto tutte le citazioni e le informazioni più dettagliate. 

Peter Lorre ha lasciato il vostro pianeta il 23 marzo del 1964 a causa di un infarto. Quel giorno la sua terza moglie e la madre della sua unica figlia, Catharine Lorre, era andata a chiedere il divorzio... tornando a casa lo trovò morto. In un attimo passò da essere la sua terza ex-moglie ad essere la sua unica vedova... a volte il caso!! 

Le ceneri mortali di Peter Lorre sono sepolte nel cimitero Hollywood Forever,  dietro i teatri di posa della Paramount su Santa Monica blvd a Hollywood; Vincent Price lo salutò con un discorso il giorno della sepoltura... eccone un estratto "Peter had no illusions about our profession. He loved to entertain, to be a face maker, as he said often of our kind. But his was a face that registered the thoughts of an inquisitive mind and his receptive heart, and the audience, which was his world, loved him for the glimpses he gave them of that heart and mind. Peter held back nothing of himself. He always seemed to be exploring you. The aura of devotion that surrounded him made all men glad to be his friend, to feed him and be fed in turn. That something sad about him and a certain necessary madness went together to capture hearts and give his fellow players pause, lest they be unprepared to match his winsomeness. This was a man to be aware of at all times, for he was well aware of all who shared the stage with him, and working with him never failed to fulfill the seventh and perhaps most sacred sense—the sense of fun." L'intero discorso è contenuto nel libro di Youngkin.
Il dottor SINema ha dormito quattro notti a pochi metri dal cimitero e,  impedito dalla Propaganda Psichica, che, così facendo, ha tentato di mantenere il naturale corso della storia del mondo, "non si è ricordato" di andare a rendere omaggio a tutti i meravigliosi fantasmi che riposano in quel sacro pezzo di terra californiana... mai la PP è stata così crudele!!  NEXT TIME PETER, SO LONG!!

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