domenica 26 giugno 2011

Beyond the time barrier - il futuro è dark!!

Buongiorno miei cari,
che la pace vi segua anche nel futuro...
 come un sicario!!
Eccoci qua. Miei cari terrestri illuminati, l'appello alla partecipazione al voto sembra che sia stato raccolto e, anche se con una decisiva spintina data dal vostro premuroso medico del balordo, il quorom questa settimana è stato raggiunto. Con ben 5 voti Beyond the time barrier di Edgar G. Ulmer ha strappato la vittoria al foto-finish a Bela Lugosi meets a Brooklyn Gorilla, che ha riscosso ben 4 preferenze. Ottima scelta, miei dolci seguaci! Di Edgar G. Ulmer abbiamo già fatto la conoscenza con l'HBOTM di maggio, mi premeva comunque dedicare un spazio di approfondimento a questo film, molto particolare e importante, come un po' tutte le pellicole del grande maestro ungherese d'altronde.
Beyond the time barrier è un film di fantascienza del 1960, interpretato e prodotto da Robert Clarke, che dovreste ricordare bene come protagonista del grandissimo Hideous Sun Demon. Ai più acuti di voi si dovrebbe essere già accesa una lampadina, infatti, come HSD, anche BTTB è una pellicola che travalica la semplice categoria della sci-fi movie e usa il genere per veicolare un concetto astratto, filosofico. Il problema in questione è il futuro dell'umanità e lo scopo della ricerca scientifica. BTTB è una parabola apocalittica che, come già HSD, parte dalla considerazione che, con lo sviluppo paranoico della sperimentazione atomica, il futuro del pianeta e della razza umana potrebbe riservare delle paurose sorprese. 
Robert Clarke, 1920 Oklahoma City - 2005 Valley Village, CA US
Roberte Clarke aveva già lavorato con Edgar G. Ulmer in The Man from planet X, altro piccolo capolavoro di socio-sci-fi, ed è lui in persona a chiamare il maestro del "6 giorni di riprese" per dirigere il suo film. La produzione di BTTB fu finanziata da alcuni sponsor texani e il film fu girato nelle location del Texas Centennial Exhibition Fair Park. Clarke ottenne la collaborazione ufficiale dell'US Air Force e della Texas Air National Guard che gli permise di girare alcune sequenze fondamentali nel compound Fort Worth's Carswell Air Force Base e nella base abbandonata Marine Corps Air Station Eagle Mountain Lake ed inoltre acconsentirono ad usare dei fotogrammi del jet supersonico avveneristico con ala triangolare Convair F102 Delta Dagger, utilizzato nel film come veicolo sperimentale per il volo sub-orbitale che porterà il protagonista a sfondare la barriera spazio-temporale.

giovedì 23 giugno 2011

Samuel Fuller's NAKED KISS - una favola storpia

Credo che ognuno di voi, terrestri illuminati, ricordi perfettamente il suo primo impatto con Samuel Fuller. Di solito avviene dopo un lungo periodo di avvicinamento al suo mito, fatto di storie, citazioni, aneddoti, fotografie e testimonianze di suoi appassionati cultori.  
Amos Poe and Sam Fuller in Salsomaggiore 1982
photo: Ellen El Malkhi - courtesy of Rainfilm

Sam Fuller è quello che si può tranquillamente definire un cult-director, anzi, direi che la definizione dovrebbe esser stata coniata  apposta per lui e poi, via via, associata ad altri per similitudine. Il mio primo contatto con Sam Fuller fu tramite la visione dell'immenso Pierrot le fou - Il bandito delle ore 11 di Jean Luc Godard, nel quale interpreta se stesso (il mio primo, devastante, grande amore Godard, dopo il maestro Fritz Lang in Le Mepris, chiamava in campo un altro leone a dichiarazione di intento-missione!!). Poi, qualche anno più tardi, fui letteralmente travolto dalla visione in sala di Shock Corridor - Il corridoio della paura, anzi, ora che faccio esercizio di memoria, credo di essere stato proprio io a proiettarlo quel 35mm. 
Sam Fuller è uno di quei rari cineasti che riusciva a fare cinema anche senza la macchina da presa; durante una passeggiata primaverile, davanti ad una birra in una delle più belle piazze d'Italia, Amos Poe mi raccontò del suo viaggio da New York a Milano in compagnia di Sam: entrambi erano diretti al Festival di Salsomaggiore di Adriano Aprà; Sam arrivava da Los Angeles e Poe lo raggiunse a bordo dell'aereo che faceva scalo a New York. L'anziano regista portava con se due termos di Bloody Mary, da lui preparato. Uno l'aveva già terminato nel tratto LAX-JFK, l'altro l'avrebbero finito lui ed Amos volando fino a Milano..."immaginati", mi disse Poe, "volare ad un festival in Europa seduto accanto a Sam Fuller che, per tutto il viaggio, ti fuma il sigaro in faccia e ti parla di cinema... cazzo, dovevo assorbire tutto, ogni lettera, pausa, respiro... ed il bloody mary. Alla conferenza stampa in Italia ero talmente ubriaco di alcol e mito che non riuscii ad aprir bocca, ma tanto parlò Sam!!"

Non a caso, e poi parliamo del film, ma anche no... insomma, non a caso, un altro mostro sacro come John Waters - di cui è inutile dire che adoro ogni cosa che faccia, ancor prima che la faccia!! - nel suo omaggio al guerrilla-filmaking, che è l'esilarante Cecil B. Demented - A morte Hollywood, annovera Sam Fuller tra i nomi dei registi tatuati sui corpi dei membri del gruppo terrorista, nemico giurato del cinema per famiglie.
Dyna right forearm tattoo - Cecil B. Demented, J. Waters 2000
Come ogni artista realmente interessante, Sam Fuller soffre di una cattiva distribuzione e conservazione delle sue opere. Non dico che i suoi film siano introvabili, ma comunque, se desiderate approfondire un po' la sua conoscienza, scoprirete che non è poi così facile reperirli; dovrebbero essere considerati patrimonio dell'umanità, invece... Perchè dico questo? Non per fare della bassa polemica da bar, anche se la polemica non è mai bassa e tantomeno lo sono i bar, ma per dire che solo ieri sono riuscito ad avere una copia italiana di Naked Kiss e sono riuscito finalmente a godermelo in una ottima versione DVD, grazie alla mitica Enjoy Movies (ma un po' di grafica carina per le copertine la vogliamo fare??!!). Il film va visto in lingua originale con i sottotitoli, perchè il doppiaggio italiano è pessimo, come spesso accade con i film classici doppiati all'uopo per la versione DVD... agghiacciante!
Dietro a questa pellicola, uscita ad un anno di distanza dall'altrettanto shockante Shock Corridor nel 1964 (perdonatemi la capriola senza mani), stanno il mitico Leon Fromkess e la Allied Artists (che io ribattezzo Alienated Artists), Sam Fuller, in piena autonomia, produce, sceneggia e dirige.

martedì 21 giugno 2011

Il quorum del Dottor SINema... don't forget to vote!!

Buongiorno a tutti, da questa settimana il sondaggio "Il più temuto" si rinnova. Visto che nelle ultime settimane la partecipazione va inesorabilmente calando, il vostro orribile dottore del sordido (come mi piace quest'aggettivo ultimamente!!) ha deciso di apportare alcune modifiche al poll settimanale.

Dottor SINema's weekly poll "Il più temuto"
Intanto, per chi non fosse stato attento, ripeto a cosa serve il sondaggino che trovate alla sinistra del vostro monitor sotto il "Nightmare of the week". Allora, ogni settimana vi propongo 8 titoli di film. A volte la scelta è legata ad un tema preciso o ad un genere o ad un periodo ecc...altre volte, come nel caso di questa settimana, è assolutamente senza ragione. Ora, ogni settimana il sondaggio si chiude entro la mezzanotte del sabato, in questo modo, la domenica mattina avremo un vincitore che,  PP (Propaganda Psichica) permettendo, sarà l'argomento principale del SUNDAY SERMON e la locandina settimanale (Nightmare of the week) Per quanto possibile, quest'ultima sarà cliccabile e linkerà alla grafica ad alta risoluzione del film in questione, così che, se sarete incuriositi potrete accedere anche alla pubblicistica stampabile (ganzo no?!). Se poi considerate che, spesso e volentieri, i film di cui parlo sono orphans e con licenza pubblic access, potreste addirittura farvi il vostro DVD manufatto. Ora, diversi amici mi dicono che non conoscono i film da votare...APPUNTO!!! Il giochino sta proprio qui! I film sono in "concorso" per essere scoperti, dunque votate quello che vi incuriosisce di più, ovvero quello di cui sareste curiosi di sentir parlare, il voto non deve essere una preferenza di merito, ma semplicemente un "vorrei che nel prossimo Sunday Sermon il terribile Dottor SINema parlasse di..." Allora giungiamo alle novità: intanto ho deciso che, al di sotto di almeno 5 voti per uno stesso film, il sondaggio sarà considerato non valido e il Sermone avrà un argomento a piacere da me scelto (cioè scelgo io il film tra quelli proposti e non votati); per agevolare le operazioni di voto indicherò accanto al titolo del film, regista e anno di uscita, così avrete più indizi su cui elucubrare; infine, d'ora in poi sarà possibile votare per più di un film contemporaneamente, così non avrete più l'imbarazzo di scontentare qualcuno!!
Naturalmente il voto è a SUFFRAGIO UNIVERSALE, nel senso che chiunque può votare, anche se non è un Carbonaro Assiduo, anche se non è un terrestre illuminato e anche, e sopratutto, se NON E' UN TERRESTRE!!
Ricapitolando: non appena vedrete il nuovo sondaggio "Il più temuto", cliccate su quei pallini vuoti accanto ai titoli dei film, su uno, su due, su tre, o anche su tutti e otto, poi tornate la domenica mattina per leggere il Sermone del Dottor SINema che, prima ancora della Santa Messa e del Pranzo Domenicale, è l'appuntamento irrinunciabile nel giorno dedicato al riposo, miei cari carbonari assidui e terrestri illuminati!! Ricordatevi sempre che... io vi curo!!
aaaaahahahaaahahahahahahahahaha (a la Faust!)

lunedì 20 giugno 2011

How do I get to Casablanca?

 Buongiorno miei cari,
 anche di lunedì la pace rassereni i vostri cuori... 
o almeno i vostri circuiti! 
La PP questo fine settimana ha sferrato un attacco veramente duro, tanto che, per tutta la giornata di ieri, il vostro caro medico del sordido ha dovuto combattere contro orde di fantasmi surfisti. Beh... la lotta è comunque stata vinta, ed allora, con un giorno di ritardo, eccovi il vostro tanto atteso...
La democrazia sta lentamente riappropiandosi dei suoi spazi, ma non sono ancora contento della partecipazione. Dobbiamo votare con maggiore decisione ed entusiasmo. Oltretutto questa settimana i film da scegliere erano anche molto conosciuti.  Credo, dunque, che sia giunto il momento di stabilire il QUORUM DEL DOTT. SINEMA!! D'ora in poi, "Il più temuto" della settimana sarà decretato tale solo se raggiungerà almeno 5 voti, in caso contrario il tema del sermone sarà libero!

Stanley Baker in action - Hell is a city, Val Guest 1960
Beh... comunque, il vincitore di questa settimana sarebbe Casablanca di Micheal Curtiz. Ora, come fu per Eraserhead, credo che ogni commento a questa pellicola sia superfluo, e dunque lo lascio ai luminari della critica cinematografica. Molto più interessante mi sembra invece l'unico voto che ha ricevuto Hell is a city.
Come avrete sisuramente capito, questa volta l'attenzione è dedicata ad un genere che più di tutti ha segnato in modo indelebile la storia del cinema; Godard diceva che il cinema "è" il cinema poliziesco, non ne esiste altro. Come al solito mi trovo a concordare con lui. Di fatto, prima il gangster movie, poi  l'hard boiled, infine il più sofisticato e ambiguo noir, che conoscerà innumerevoli reincarnazioni e neo-ismi vari, il cinema è sempre stato accompagnato da storie di poliziotti e criminali, prima con ruoli nettamente separati e una  morale chiara, poi, progressivamente, i ruoli si sono mescolati e la morale sempre più si è andata complicando in duri affreschi umano-metropolitani.

domenica 12 giugno 2011

VAMOS A MATAR EL SUN DEMON, COMPANEROS!!

Buongiorno miei cari
 che la pace sorga 
insieme al sole ogni mattina

Hey ma'am, tell Dr. SINema that I'm on my way, please
Dopo una settimana di riposo, ecco di nuovo il vostro premuroso medico del torbido pronto a regalarvi il suo sermone. Questa volta la democrazia ha avuto un po' più di partecipazione e il risultato si vede, the winner is: THE HIDEOUS SUN DEMON! Ma pensate che coincidenza?! In questa giornata particolare per voi terrestri che abitate nello stivale, il Dr SINema andrà a parlare di un film che è un culto del genere dei "mostri atomici", da non crederci, vero?! Invece, miei cari, dovete credere, perchè la fede è la guida per tutto!!

Bene, lasciamo perdere i convenevoli e torniamo a noi. La scorsa settimana ho promesso comunque di recuperare un breve commento sul film vincitore del poll "western", ovvero "Vamos a matar, companeros!", pellicola di Sergio Corbucci del 1970 con Tomas Milian e Franco Nero. Il film rientra nel genere odiosamente chiamato "spaghetti western", comunemente riferito a quelle pellicole prodotte in Italia negli anni '60 che si rifacevano al genere del western americano. Il fatto che gli Italiani si appropriassero di un genere così tipicamente ed esclusivamente americano, potrebbe facilmente suggerire una bassa manovra speculativa e di banale plagio, il problema è che un regista come Sergio Leone ha reinventato il genere western arricchendolo e re-insegnandolo agli stessi americani (pensate alla fortuna e al talento di Clint Eastwood!). A parte il fatto che io considero Sergio Leone uno dei più grandi registi di tutti i tempi mai nati sul vostro pianeta, devo riconoscere all'intero genere una peculiarità tutt'altro che fine a se stessa. Il western all'italiana ha prodotto una serie di pellicole di notevole impegno che, con la metafora della frontiera, dell'eroe cinico e corrotto, della rivoluzione messicana, hanno descritto con grande intuizione il mondo a cui andavate incontro, quasi a presagire quella che sarebbe stata chiamata la stagione degli "anni di piombo" (questa sì oggetto di speculazione, ma tanto alla moda ultimamente!). Nonostante non tutti i film siano stati all'altezza della trilogia del dollaro o di Requiescant, Quien Sabe?, Se sei vivo spara, Django (questo sicuramente non lo è!) il genere, per quanto tale, mi sento di approvarlo in toto. Dunque, cosa aspettate miei cari?? VAMOS A MATAR, COMPANEROS!!
Vamos a matar companeros! - Sergio Corbucci, 1970
Ma tornando al vincitore di questa settimana, che dire? Beh, innanzi tutto che esporsi alle radiazioni nucleari proprio bene non fa! Anche se a guardare con attenzione con il terzo occhio, il make-up del Sun Demon non è niente male, vero?!

sabato 11 giugno 2011

L'intervista su Pisanotizie...I WARNED YOU!

Buongiorno miei cari, il vostro temibile medico del torbido, ad inizio settimana, è stato contattato telepaticamente  da un'oscuro emissario della propaganda mediatica. Con il placet della Propaganda Psichica, a cui tutto è sottoposto, come ben sapete, abbiamo fatto una chiacchierata e il risultato potete leggerlo a questo indirizzo.
Ace in the hole - "AMAZING" Billy WIlder, 1951
Si parla dell'amata materia di celluloide, degli anni in cui gli artigiani della settima arte creavano i nostri incubi preferiti, dei territori paludosi del cinema exploitation, della necessità di consumo POPular e soprattutto della SUMMER OF FEAR che inesorabile e impietosa si sta avvicinando!!
Un grazie al terrestre illuminante Danilo e a tutta la psico-redazione!! Dottor SINema aprreciate your work guys!!!
The first DRIVE-IN - Camden NJ 1933
Opening night - cars on Crescent Boulevard 7 June 1933

mercoledì 8 giugno 2011

EDGAR G. ULMER - HBOTM Maggio 2011

MAGGIO 2011: EDGAR G. ULMER

 
 EDGAR G. ULMER, IL RE SULLA POVERTY ROW
Edgar G. Ulmer è conosciuto dai cinefili più spregiudicati per l’horror The Black cat, dove compaiono, per la prima volta insieme, i due mostri sacri Bela Lugosi e Boris Karloff e per un noir del 1945 dal titolo Detour, film al quale Jean Luc Godard ha reso omaggio 40 anni dopo con il suo Detective. La maggior parte degli altri film da lui diretti è rimasta per lo più sconosciuta (a parte qualche rara eccezione come Il dominatore di Wall street o Bluebeard), vuoi per la disattenzione di certa critica "alta", anche americana, vuoi per i metodi produttivi e distributivi low budget che hanno reso praticamente introvabili copie e negativi immediatamente dopo l’uscita nelle sale - molti titoli della sua filmografia sono ormai orphan film,  pellicole di cui nessuno ha mantenuto i diritti e i cui negativi sono andati persi in chissà quale magazzino.
A rivalutarlo ci pensarono i francesi che ruotavano intorno alla redazione dei Chaiers Du Cinema e in particolar modo Francois Truffaut, con un articolo apparso nel 1956, è stato colui che lo ha sottratto all'oblio. La critica americana farà più fatica a riconoscergli lo status di autore e dobbiamo attendere la lunga intervista di Peter Bogdanovich, pubblicata postuma nel 1974, perchè si cominci a rendergli giustizia.
Boris Karloff, The Black Cat - 1934
Da qualche anno l’attenzione intorno a questa figura singolare e interessantissima si è riaccesa (da ricordare la retrospettiva curata da Emanuela Martini nel 1989 al prestigioso Bergamo Film Meeting) e, con un po’ di fatica, si riescono anche a recuperare alcuni dei suoi film. Dagli esordi per la Universal, all’esilio newyorkese, fino al ritorno a Hollywood con gli studios indipendenti della Poverty Row, il cammino frastagliato di Edgar G. Ulmer è sempre stato coerente alla sua idea di fare cinema. Un duro e puro lo definirebbe qualcuno, noi sul nostro pianeta preferiamo chiamare queste creature "illuminati". Ed Ulmer è stato un perfetto illuminato, maestro della produzione in economia e della trovata geniale, sostenitore del cinema diretto (sulla scia dei grandi documentaristi russi, coetaneo dei neorealisti italiani e anticipatore della stagione del new cinema!) e allo stesso tempo capace di imbastire storie "nere" e torbide al limite dalla fantasmagoria, ma anche a suo agio con il colore, la commedia, il musical e il western. Un eclettico intransigente! D'altra parte che cosa volete aspettarvi da un'unità carbonio nata in Cecoslovacchia, cresciuta a Vienna, maturata a Berlino ed emigrata negli Usa?! Come avrete capito...un essere umano a cui è doveroso dedicare più spazio!!

Come suggerisce con una certa malizia Emanuela Martini, nell'introduzione alla raccolta di saggi da lei curata per la personale di Edgar G. Ulmer del Bergamo Film Meeting del 1989, tutta la storia del regista austriaco può essere letta come un incessante susseguirsi di deviazioni-detour. Primogenito di quattro figli, Edgar nasce a Olumuz, nell'attuale Repubblica Cieca, nella residenza estiva dei genitori, residenti a Vienna, il 17 settembre del 1902. Rimasto orfano del padre, morto di malattia mentre prestava servizio militare durante la prima guerra mondiale, il giovane Ulmer viene preso in carico dalla comunità ebraica, a cui il defunto padre apparteneva, e trova rifugio fino alla fine del conflitto in Svezia. Tornato a Vienna viene ospitato dalla famiglia di un compagnio di scuola, Schildkraut, ed è qui che avrà il primo contatto con il mestiere del cinema. Nel 1918, infatti, nel suo curriculum si legge: designer per la Decla-Bioscope, che nel 1921 diventerà UFA.
Nel frattempo studia architettura alll'Accademia delle Arti e delle Scienze di Vienna ed inizia a lavorare come scenografo in teatro con la compagnia di Max Reinhardt nel periodo 1919-1922. Di lì a poco avviene il passaggio alla produzione cinematografica, passaggio o meglio deviazione, seguendo il nostro ragionamento, anche perchè i fatti raccontati da Ulmer riguardanti questo periodo sono molto ambigui. Dice di aver collaborato alle scenografie di Der Golem di Paul Wegener (ipotesi ormai accreditata, anche se mai verificata puntualmente) in qualità di direttore artistico (in realtà lui dice che il suo compito era di tagliare i mascherini della macchina da presa), di aver partecipato alla produzione de Il gabinetto del Dr. Caligari di Robert Wiene, di esser stato collaboratore di Fritz Lang (categoricamente smentito dal cineasta tedesco) e di Friedrich W. Murnau.

Friedrich Wilhelm Murnau sul set
La collaborazione con Murnau c'è stata sicuramente, anche perchè Edgar lo segue pochi anni dopo, nel 1926, in America, per assisterlo alla regia del capolavoro Aurora, del 1927, prodotto dalla 20th Century Fox, vincitore di 2 premi Oscar e, qualche anno dopo per partecipare alla produzione di Tabù, nel 1931, ultima pellicola del maestro tedesco, progetto nato in collaborazione con il pioniere/documentarista Robert J. Flaherty.
Sempre dal curriculum pubblicato dal sito film reference si legge che nel 1923 era già in America come designer per la Universal a New York e che sia tornato una prima volta a Berlino per assistere Murnau nel 1924. Tornato a Berlino - una seconda volta? - nel 1929, firma la sua prima regia in un film collettivo insieme a Curt Siodmak, Robert Siodmak, Fred Zinnemann con la sceneggiatura di Billy Wilder: Menschemm am sonntag - Uomini di domenica, uscito nel 1930. Trattasi di un documentario che prende in esame le abitudini nel giorno di riposo di alcuni personaggi berlinesi e di come amino passare la domenica nei boschi intorno alla città. In questa pellicola Ulmer anticipa la sua inclinazione e talento per il documentarismo, che gli tornerà molto utile negli anni a seguire negli States, e che manifesterà ogni qual volta si cimenterà con soggetti di forte connotazione sociale e realistica. La strada sembrerebbe spianata dunque, invece una nuova deviazione attende Edgar G. Ulmer.